Il centro storico di Calenzano, comune della città metropolitana di Firenze     

La sentenza della Corte Costituzionale 309 del 2022 chiude la controversa questione dell’IMU per i coniugi disgiunti, ossia che vivono in abitazioni diverse, riconoscendo l’esenzione per entrambe le abitazioni, siano esse nello stesso Comune o in Comuni diversi, a patto di poter dimostrare la “dimora abituale”. Chiude… ma non per tutti. Questa è la vicenda del Comune di Calenzano, in cui 160 famiglie sono ancora in attesa che il Comune prenda una posizione chiara sull’imposta IMU versata e, a questo punto, non dovuta. Queste famiglie hanno contattato Confabitare. Nei mesi di novembre e dicembre scorso, queste famiglie hanno ricevuto garanzie circa l’erogazione dei rimborsi, ma, a gennaio, ad alcune è arrivata l’ennesima doccia gelata, il diniego del rimborso. Confabitare è un’associazione a tutela della proprietà immobiliare, interlocutore degli organi di governo e degli enti locali, da sempre in prima linea al fianco dei cittadini a cui offre consulenza e assistenza. Nel Comune di Bologna, Confabitare è stata al fianco delle famiglie coinvolte, nell’annosa questione dell’IMU. Oggi, Confabitare Firenze è al fianco delle famiglie di Calenzano. Vogliamo capire cosa sta accadendo, perché queste famiglie, dopo tutto ciò che è accaduto, devono anche patire comunicazioni discordanti e non ricevere rassicurazioni? Il Comune di Bologna ha trovato una soluzione e si appresta ad erogare i rimborsi, troviamo doveroso che anche il Comune di Calenzano trovi delle soluzioni. I comuni, gli enti locali devono essere a fianco dei cittadini e non contro di essi. La Corte Costituzionale ha spiegato che l’applicazione dell’imposta IMU alle famiglie “disgiunte” viola non uno ma tre articoli della nostra Costituzione: art. 3, il principio di uguaglianza, art. 31 sull’agevolazioni economiche alla formazione della famiglia, art. 53 sulla proporzione fra la capacità contributiva e la partecipazione alla spesa pubblica. La Consulta ha ristabilito un principio di equità, ed oggi, chiediamo questo: che i Comuni applichino un principio di equità, riconoscendo i rimborsi alle famiglie che non avrebbero dovuto pagare l’imposta sulla casa familiare posta nel Comune di Calenzano per il solo fatto che, per esigenze lavorative, di vita e di salute hanno dovuto risiedere in abitazioni diverse. Esigenze che hanno tentato di spiegare, ma che non sono state ascoltate. Gli enti locali devono ascoltare le famiglie, cercare di capire le situazioni, fare tutti i controlli necessari per verificare l’effettiva dimora, in primis sui consumi di elettricità, gas e acqua. I controlli sono previsti dalla normativa, sono caldeggiati dalla Corte Costituzionale e noi di Confabitare li chiediamo a gran voce perché sono strumento legale e necessario per stanare i contribuenti che si sottraggono al pagamento dell’IMU con comportamenti elusivi. La soluzione al mancato pagamento delle imposte non è e non può essere un’applicazione indiscriminata e sorda della stessa.

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<p>La sentenza della Corte Costituzionale 309 del 2022 chiude la controversa questione dell’IMU per i coniugi disgiunti, ossia che vivono in abitazioni diverse, riconoscendo l’esenzione per entrambe le abitazioni, siano esse nello stesso Comune o in Comuni diversi, a patto di poter dimostrare la “dimora abituale”. Chiude… ma non per tutti. Questa è la vicenda del Comune di Calenzano, in cui 160 famiglie sono ancora in attesa che il Comune prenda una posizione chiara sull’imposta IMU versata e, a questo punto, non dovuta. Queste famiglie hanno contattato Confabitare. Nei mesi di novembre e dicembre scorso, queste famiglie hanno ricevuto garanzie circa l’erogazione dei rimborsi, ma, a gennaio, ad alcune è arrivata l’ennesima doccia gelata, il diniego del rimborso. Confabitare è un’associazione a tutela della proprietà immobiliare, interlocutore degli organi di governo e degli enti locali, da sempre in prima linea al fianco dei cittadini a cui offre consulenza e assistenza. Nel Comune di Bologna, Confabitare è stata al fianco delle famiglie coinvolte, nell’annosa questione dell’IMU. Oggi, Confabitare Firenze è al fianco delle famiglie di Calenzano. Vogliamo capire cosa sta accadendo, perché queste famiglie, dopo tutto ciò che è accaduto, devono anche patire comunicazioni discordanti e non ricevere rassicurazioni? Il Comune di Bologna ha trovato una soluzione e si appresta ad erogare i rimborsi, troviamo doveroso che anche il Comune di Calenzano trovi delle soluzioni. I comuni, gli enti locali devono essere a fianco dei cittadini e non contro di essi. La Corte Costituzionale ha spiegato che l’applicazione dell’imposta IMU alle famiglie “disgiunte” viola non uno ma tre articoli della nostra Costituzione: art. 3, il principio di uguaglianza, art. 31 sull’agevolazioni economiche alla formazione della famiglia, art. 53 sulla proporzione fra la capacità contributiva e la partecipazione alla spesa pubblica. La Consulta ha ristabilito un principio di equità, ed oggi, chiediamo questo: che i Comuni applichino un principio di equità, riconoscendo i rimborsi alle famiglie che non avrebbero dovuto pagare l’imposta sulla casa familiare posta nel Comune di Calenzano per il solo fatto che, per esigenze lavorative, di vita e di salute hanno dovuto risiedere in abitazioni diverse. Esigenze che hanno tentato di spiegare, ma che non sono state ascoltate. Gli enti locali devono ascoltare le famiglie, cercare di capire le situazioni, fare tutti i controlli necessari per verificare l’effettiva dimora, in primis sui consumi di elettricità, gas e acqua. I controlli sono previsti dalla normativa, sono caldeggiati dalla Corte Costituzionale e noi di Confabitare li chiediamo a gran voce perché sono strumento legale e necessario per stanare i contribuenti che si sottraggono al pagamento dell’IMU con comportamenti elusivi. La soluzione al mancato pagamento delle imposte non è e non può essere un’applicazione indiscriminata e sorda della stessa.</p>

IMU e la controversa vicenda di Calenzano

Soluzioni / La Corte Costituzionale ha regolato la questione “dimora abituale” per i coniugi disgiunti, ma non per tutti. E Confabitare chiede chiarezza per le 160 famiglie del comune toscano

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