VARESE ALTRA STORIA

Nasce la prima ‘creatura’ di Scola dietro la scrivania

Migration

di Mattia Boria

Non disturbare il conducente. L’Openjobmetis Varese si affaccia a questa nuova stagione in quella che potrebbe essere definita la prima marchiata realmente Luis Scola. Passato dal campo alla scrivania "el general" rappresenta il punto fermo in quello che dovrebbe essere, l’ennesimo purtroppo per i supporter biancorossi, anno di rilancio. Una Varese che rappresenta una scommessa ma che ha dimostrato come il binomio Luis Scola- Michael Arcieri meriti credito. Varese arriva da due anni in cui la squadra sembrava destinata alla lenta discesa in A2. Proprio il ritorno di Luis Scola e compagni dall’emergenza Covid nel primo campionato, e la sferzata data dall’arrivo di Johan Roijakkers in panchina l’ultimo disputato hanno fatto registrare due miracoli sportivi. C’è quindi pazienza e curiosità attorno al roster affidato a Matt Brase.

Giocatori scelti con cura dal duo al timone dell’Openjobmetis che, come ha dichiarato Arcieri a mercato chiuso, ha allestito una squadra che punta a crescere grazie al lavoro di un coach portato allo sviluppo dei giocatori e che mira ai play off. Il gruppo è formato da atleti, la pallacanestro da tempo ha abbandonato il concetto dei centri da piazzare statici al centro dell’area e il dinamismo è sempre più un fattore nel giudicare un giocatore. Voglia di correre e di fare pesare le proprie doti difensive al cospetto di squadre più lunghe e alte a livello di centimetri. Ritmo e capacità di difendere su più ruoli, questo sembra il punto focale su cui è stata costruita la nuova Varese. A Masnago è restata la spina dorsale italiana, con capitan Ferrero ormai senatore dal sicuro affidamento in campo, De Nicolao ormai usato garantito al termine di una seconda stagione Varesina che lo ha visto crescere a livello di responsabilità. Questa via la vorrebbero percorrere anche i prodotti del vivaio Librizzi e Virginio (rispettivamente 2002 e 2003), al pari di un Caruso che messe alle spalle le noie fisiche che ne hanno caratterizzato la prima parte della passata stagione punta a divenire un fattore. Ovvio che le fortune della squadra sono quelle che arrivano dal talento degli americani e dalla loro capacità di fare squadra.

Occhi puntati quindi su chi è chiamato a gestire il gioco, ovvero il playmaker Ross che deve assimilare al più presto le esigenze di chi da un campionato come quello ceco approda in Italia. Discorso simile per il lungo Owens che per la prima volta alle prese con un’esperienza oltreoceano sarà chiamato a coniugare il suo atletismo a un basket decisamente più ragionato e a metà campo. Il processo già fatto da Woldetensae arrivato a Varese in corsa la passata stagione e pedina fondamentale nella cavalcata verso la salvezza. Dalle ultime uscite conferme sull’affidabilità nel ruolo di ala grande le ha fornite Reyes, anch’egli confermato in casa biancorossa, e giocatore su cui Varese spera di ricostruire lo spirito che ha infiammato il palazzetto nella seconda parte della passata stagione. Dopo un’estate come quella di un anno fa in cui gli arrivi della coppia Vertemati-Gentile avevano illuso in un campionato da protagonisti diventato presto un incubo, la rivoluzione silenziosa attuata da Scola ha convinto il popolo biancorosso ad attendere pazientemente i frutti. El general ha parlato di una squadra in cui il tifo biancorosso può rispecchiarsi, sarebbe già un discreto passo avanti visto che da due stagioni Masnago sembra sempre ad un passo dal dramma della retrocessione salvo poi sfiorare i play off.