
“La conservazione dei ghiacciai” è il tema scelto dalle Nazioni Unite per l’edizione 2025 della Giornata Mondiale dell’acqua, celebrata oggi...
“La conservazione dei ghiacciai” è il tema scelto dalle Nazioni Unite per l’edizione 2025 della Giornata Mondiale dell’acqua, celebrata oggi in tutto il Pianeta. Un tema che sottolinea l’urgenza di preservare le risorse idriche per il futuro, proteggendo i ghiacciai, che immagazzinano e rilasciano acqua destinata al bere, all’agricoltura e all’energia. Il professor Massimo Frezzotti, glaciologo e docente di cambiamento climatico del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre, rimarca quanto sia importante mantenere i ghiacciai in salute. "La nostra riserva di acqua – esordisce – si sta riducendo in maniera drastica soprattutto in alcune aree del mondo. Esiste una correlazione diretta tra il fenomeno e lo scioglimento dei ghiacciai. Basti pensare che tra il 2022 e il 2023, in soli 24 mesi, il loro volume sulle Alpi è diminuito del 10%. Una percentuale pari al volume perso dal ’60 al ’90, esattamente in trenta anni".
Professore, qual è il ruolo dei ghiacciai nella salvaguardia delle risorse idriche?
"I ghiacciai sono paragonabili a torri d’acqua contenenti una quantità corrispondente al 50% del consumo annuale pro capite di tutta la popolazione terrestre, immagazzinando il 70% dell’acqua disponibile su tutto il Pianeta. Attualmente sulla Terra, a esclusione delle calotte polari, si contano 275mila ghiacciai, pari a due volte la superficie dell’Italia. La loro scomparsa determinerebbe, ovviamente, una importantissima riduzione delle riserve idriche ".
Cosa determina lo scioglimento?
"La causa è il riscaldamento globale, cioè l’aumento della temperatura della Terra. Questo accade perché l’uomo immette nell’atmosfera grandi quantità di gas a effetto serra, come l’anidride carbonica e il metano, che trattengono l’energia del Sole, facendo salire la temperatura del pianeta. Meno ghiaccio significa anche meno luce solare riflessa nello spazio e più calore assorbito dalla Terra. Quindi il problema nel tempo tende a peggiorare. Basti pensare alle alte temperature che si registrano in alta montagna anche nelle stagioni tradizionalmente fredde e alle nevicate sempre meno copiose".
Quali sono le conseguenze?
"Oltre alla riduzione delle riserve idriche, l’innalzamento del livello del mare, la perdita di habitat per animali come orsi polari, fino a cambiamenti climatici più estremi"
Come scongiurare la scomparsa dei ghiacciai?
"L’unica strada percorribile è la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, come era stato stabilito dall’accordo di Parigi. Limitare quindi l’uso dei combustibili fossili e la pratica degli allevamenti intensivi per arrivare a una neutralità climatica entro il 2050. Riducendo il riscaldamento globale di due gradi entro il 2100 si riuscirà a salvare il 20% dell’attuale volume di ghiaccio sulle Alpi. Viceversa, se le temperature supereranno la media di tre gradi, i ghiacciai sulle Alpi spariranno. Negli ultimi sette anni la situazione è peggiorata esponenzialmente, bisogna intervenire. E in fretta".
Quali scelte o abitudini possono contribuire alla causa?
"Sicuramente tutte quelle che portano a migliorare l’efficienza energetica, abbassando i consumi e riducendo l’immissione dei gas serra. Ad esempio, cambiare le finestre per ottimizzare il riscaldamento nelle case, usare il treno al posto dell’automobile, ridurre il consumo di carne rossa per limitare l’attività degli allevamenti intensivi. Al momento non esistono tecnologie in grado di proteggere i ghiacciai. Anni fa una start up mise a punto speciali teli riflettenti, utilizzati sul ghiacciaio del Presena, in Trentino. Una soluzione a beneficio esclusivo dell’industra dello sci, priva di impatto sulla reale soluzione del problema, energeticamente molto dispendiosa e quindi, paradossalmente, peggiorativa".