Giovedì 25 Aprile 2024

QUALE FUTURO PER IL SANTUARIO DEI CETACEI

Migration

Veleggiare nelle acque dell’Arcipelago Toscano è come fare un doppio viaggio: il piacere del mare e la magia di incontrare un delfino, una balenottera, un branco di stenelle. E’ il cuore del Santuario Internazionale per i Mammiferi Marini, quell’area protetta istituita nel 1999 grazie ad un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco. L’obiettivo è chiaro: tutelare i mammiferi marini ed il loro habitat. Purtroppo, infatti, anche in questo fazzoletto di paradiso a nord del Mar Tirreno di 96mila chilometri quadrati a forma di quadrilatero, che si estende attorno alle isole dell’Arcipelago Toscano, ed è delimitata dalla Provenza, da Punta Falcone e Capo Ferro in Sardegna e da Fosso Chiarone in Toscana, spesso i cetacei vengono feriti se non addirittura uccisi nello scontro con imbarcazioni.

Grazie alla sua considerevole ricchezza di plancton e di vita pelagica, l’area del Santuario ospita, non solo in estate, una grande quantità di cetacei di tutte le specie che frequentano il Mediterraneo. Dalle balenottere ai capodogli (Physeter catodon), dai delfini ai tursiopi. La regola vuole che, al momento dell’avvistamento di un cetaceo, si cerchi di non recare disturbo mantenendo con l’imbarcazione una certa distanza di sicurezza e moderare la velocità di crociera. Solo così, rispettando queste poche ma importantissime regole, si potrà davvero apprezzare la bellezza custodita dal Santuario dei Mammiferi Marini.