Mercoledì 24 Aprile 2024

Aria: l'eco-murale che combatte lo smog e il razzismo

'Stand with us' è realizzato con la tecnica 'airlite' trasforma ogni parete in un depuratore naturale l’idea dell’ente no-profit italiano 'yourban2030'

L'eco-murale'

L'eco-murale'

Smog e razzismo sono due veleni – uno riguarda l’ambiente, l’altro è una terribile piaga sociale – contro i quali bisogna combattere con fermezza. Ne va della salvezza del nostro pianeta. Proprio per questo per celebrare degnamente la Giornata Mondiale dell’Ambiente dagli Stati Uniti arriva un duplice messaggio che si chiama Stand with us, un gigantesco murale raffigurante tre donne (di etnia asiatica, americana e isolana del Pacifico) e realizzato con la tecnologia Airlite, una vernice innovativa che trasforma ogni parete in una specie di depuratore naturale in grado di neutralizzare ogni giorno le emissioni di 90 auto a benzina euro 6 e di assorbire oltre 18 chilogrammi di anidride carbonica al mese. In pratica: ben 4 ettari di bosco (ri)guadagnati.

FOCUS / Lo speciale

Quattrocento metri quadrati di colore e arte mangia-smog a firma della street artist Amanda Phingbodhipakkiya, una delle più in voga del momento, ma che ha anche un cuore italiano. Il progetto infatti si deve a Yourban2030, l’ente no profit creato dall’imprenditrice romana Veronica De Angelis. Un grido artistico contro l’avvelenamento dell’aria e l’Asian hate (il razzismo nei confronti degli asiatici che proprio negli Usa è stato recentemente al centro di non pochi casi di cronaca) per il quale sono state scelte una data e una collocazione non casuali.

Il murale infatti, appositamente svelato in occasione del Jersey City Mural Festival diretto da Mana Public Arts, campeggia nei pressi dell’Holland tunnel di Jersey City, che collega il New Jersey a New York ed è uno dei luoghi urbani più inquinati del Paese.

Un messaggio concreto di lotta allo smog (e alle discriminazioni di carattere sociale) che mai come in questo momento appare alquanto azzeccato. I numeri, infatti, non sono molto incoraggianti. Stando a uno studio di Environment Research, l’inquinamento atmosferico generato dai combustibili fossili solo nel 2018 ha provocato più di 8 milioni di decessi. Ma non solo: secondo altre ricerche l’inquinamento atmosferico cui è sottoposto il pianeta riduce in media la vita di oltre due anni.

L’area più colpita il continente asiatico, dove la durata media della vita si è ridotta di 4,1 anni in Cina, di 3,9 anni in India e di 3,8 anni in Pakistan. In alcune regioni di questi Paesi poi, l’aspettativa di vita si è ridotta anche del doppio. In Europa si è invece accorciata in media di otto mesi. Secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’inquinamento atmosferico, compreso quello interno, uccide 7 milioni di persone ogni anno.

Sebbene in Europa negli ultimi decenni le emissioni di molti inquinanti atmosferici siano drasticamente diminuite, la loro concentrazione è ancora troppo elevata. Soprattutto nelle grandi città, dove l’esposizione prolungata al particolato, al biossido di azoto e all’ozono troposferico (tre tra gli inquinanti più pericolosi) provoca gravi rischi per la salute, che vanno dall’indebolimento del sistema respiratorio fino alla morte prematura. Insomma, non c’è un minuto da perdere.