Un binario parallelo: la libera professione Le regole del vademecum stilato da FNOPI

Obiettivo / Garantire, a chi sceglie questa strada, un percorso a testa alta, nella piena legalità e con la più assoluta soddisfazione degli assistiti

In proprio, ci si organizza con orari e giorni da dedicare all'attività

In proprio, ci si organizza con orari e giorni da dedicare all'attività

Sono sempre più numerosi coloro che scelgono di esercitare il mestiere di infermiere in libera professione. Non a caso ogni anno ENPAPI, l’ente di previdenza per la professione infermieristica, conta migliaia di nuovi iscritti. Rispetto a lavorare nel settore pubblico da dipendente, un infermiere in libera professione si organizza il lavoro come meglio crede. Ma deve necessariamente seguire alcune scrupolose regole che FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) ha fissato in una sorta di vademecum nel 2020, riprendendo in parte quello già pubblicato nel 2014. Regole che servono anche e soprattutto a tutelare colui che decide di lavorare autonomamente e che ha diritto a percepire un adeguato salario lavorando sempre nel pieno della legalità. Come sottolinea FNOPI, “la libera professione non è un canale di ripiego o una alternativa a forme contrattuali di dipendenza per gli infermieri, ma rappresenta un vero e proprio binario parallelo al lavoro nel Servizio sanitario nazionale e Privato che come tale ha necessità di regole e tutele precise perché non debba trasformarsi lo già pubblicato nel 2014. Regole che servono anche e soprattutto a tutelare colui che decide di lavorare autonomamente e che ha diritto a percepire un adeguato salario lavorando sempre nel pieno della legalità. Come sottolinea FNOPI, “la libera professione non è un canale di ripiego o una alternativa a forme contrattuali di dipendenza per gli infermieri, ma rappresenta un vero e proprio binario parallelo al lavoro nel Servizio sanitario nazionale e Privato che come tale ha necessità di regole e tutele precise perché non debba trasformarsi. Cosa comporta davvero mettersi “in proprio” Vantaggio / Ci si può organizzare a seconda di come si ritiene più opportuno Molti scelgono di lavorare in proprio per una questione di flessibilità. Un infermiere che esercita in privato potrà infatti organizzarsi la settimana a seconda di come riterrà più opportuno e questo è sicuramente un prezioso vantaggio da tenere in considerazione. Non ci sono dunque orari da rispettare come quando si lavora da dipendente: gli impegni sono “solo” quelli presi con i pazienti. Il fatto di essere indipendenti, però, non esime gli infermieri privati dal rispetto del Codice Deontologico e delle regole di concorrenza o dall’iscrizione all’albo professionale. Come prima cosa occorre comunare la scelta all’OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) provinciale al quale il professionista risulta iscritto. E poi occorre sempre operare nella piena trasparenza e a tutela del paziente con il quale l’infermiere dovrà sottoscrivere un contratto in cui viene formalizzato il compenso e la presa in carico dei bisogni assistenziali dell’assistito. Inoltre, nel caso in cui il professionista decida di non continuare la sua attività con un paziente, deve necessariamente dargli comunicazione in anticipo al fine di facilitare la sua eventuale sostituzione. Tante regole da rispettare, dunque, ma anche il diritto di essere trattati alla pari degli infermieri dipendenti. Come riporta FNOPI nel suo vademecum dedicato alla libera professione, “la popolazione che fuori dell’ospedale non trova più mezzi per soddisfare i suoi bisogni di salute cade spesso nella rete di una para-assistenza alternativa fornita da chi professionista non è (badanti, caregiver familiari ecc. , tassello di assoluta importanza ma che anche essi vanno guidati ed indirizzati dai professionisti infermieri) o, peggio, di situazioni in cui grandi gruppi economici e cooperative acquisiscono la professionalità infermieristica mettendola sul mercato a tariffe piene, ma ripagando gli infermieri in modo assolutamente incongruo rispetto alla loro professionalità”.