G7 Ambiente a Bologna, i sindacati: "Ripartire dall'accordo di Parigi"

Industria ecosostenibile e stop all'utilizzo di sostanze tossiche, mantenendo al primo posto la necessità di un piano che garantisca occupazione dignitosa per tutti

Susanna Camusso

Susanna Camusso

Bologna, 9 giugno 2017 - Industria ecosostenibile e stop all'utilizzo di sostanze tossiche, mantenendo al primo posto la necessità di un piano che garantisca occupazione dignitosa per tutti. Anche i sindacati hanno voluto dare il proprio contributo nei giorni in cui a Bologna va in scena il G7 dell'ambiente: "Ribadiamo ancora una volta il nostro impegno a sostenere azioni ambiziose sul clima e l'Accordo di Parigi: ritirarsi dall'Accordo di Parigi o da ambiziosi percorsi sul clima equivale ad abbandonare l'idea di un futuro più pulito, alimentato da buona occupazione", scrivono Cgil, Cisl e Uil nell'accordo firmato insieme alle organizzazioni sindacali dei paesi del G7, l'Ituc (International Trade Union Confederation) e il Tuac (Trade Union Advisory Committee). Il documento è stato presentato al Mambo, il Museo dell'Arte Moderna, in un convegno che rientra nell'ambito dell'iniziativa 'Investire nello sviluppo sostenibile', legata al vertice ambientale dell'11 e del 12 giugno nel capoluogo emiliano.

Presenti tutti e tre i segretari nazionali. "Continua l'impegno dei sindacati mondiali e italiani sul tema ambientale: non solo abbiamo ritenuto Parigi e Cop21 un avanzamento importante, ma soprattutto siamo impegnati sul fatto che diventi realtà e pratica dei Paesi'", assicura Susanna Camusso (Cgil). Per Giuseppe Farina, Cisl, "vogliamo far sentire la nostra voce e riteniamo quella dell'amministrazione americana una decisione antistorica e stupida: come diciamo nel documento, non c'è un posto di lavoro in un pianeta morto". Per Carmelo Barbagallo, "dobbiamo pensare a un futuro multietnico e multireligioso e puntiamo a trasformare l'industria bellica in un'industria di pace, a rendere ecosostenibili alcune imprese, a fare in modo che le aziende del settore alimentare possano produrre cibo per tutti, altrimenti c'è il rischio che scoppino altre guerre".