Venerdì 19 Aprile 2024

Senna-Prost, la finta pace dopo lo show

Ayrton trionfò al termine di un epico duello, la stretta di mano col francese illuse tutti: a Suzuka poi lo speronò per vincere il titolo

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di Leo Turrini

Magari suonerà strano, eppure il leggendario Ayrton Senna a Monza ha vinto appena due volte. Francamente poche, per un personaggio come lui, l’asso che era incredibilmente abile nel dominare l’emozione della velocità.

Ciò nonostante, un successo del fuoriclasse brasiliano è rimasto scolpito in maniera indelebile nella memoria degli appassionati di automobilismo. Almeno per chi ha l’età per ricordare.

Curiosamente, a rendere speciale il trionfo datato 1990 è non quanto accadde in pista, ma fuori. O meglio, sull’asfalto Senna con la McLaren aveva animato un bellissimo duello contro la Ferrari del francese Prost. La spuntò di poco.

Era il 9 settembre e la tensione tra i grandi rivali stava avvicinandosi al punto di non ritorno. Da oltre un anno, i due non si rivolgevano la parola. E quando, come spesso capitava, si ritrovavano sul podio per la cerimonia di premiazione, evitavano scrupolosamente di stringersi la mano. Anzi, addirittura non si scambiavano nemmeno uno sguardo.

Era una situazione imbarazzante, nonché potenzialmente pericolosa, considerato il mestiere di entrambi.

Fu così che nel dopo corsa di quel Gran Premio d’Italia, durante la conferenza stampa riservata ai primi tre, un bravo collega, Carlo Msrincovich, afferrò il microfono. Scusate, disse ad Ayrton e ad Alain, anche oggi avete offerto uno spettacolo straordinario in pista. Perché non la fate finita con questo astio reciproco?

In sala stampa calò per un attimo un silenzio surreale. Finché Prost, che politicamente era il più abile tra i due, si dichiarò disponibile a stipulare se non una pace vera e propria, beh, almeno una tregua.

Colto di sorpresa, Senna abbozzò. Spero sia sincero, mormorò. E allungò la mano.

Fu un tripudio di scatti fotografici e luci di telecamere impazzite. La riconciliazione di Monza, come venne chiamata, fece rapidamente il giro del mondo.

Purtroppo, però, era solo una finzione. Una sceneggiata. Senna e Prost restavano inesorabilmente divisi da un cumulo di memorie che si erano trasformate in urticanti ostilità.

Me ne accorsi proprio io, meno di due settimane dopo, quando incontrai il brasiliano in un aeroporto in Portogallo, dove la Formula 1 era attesa da un’altra tappa del mondiale.

A me che mi congratulavo per l’edificante episodio della domenica in Brianza, Ayrton replicò che lui non si fidava per niente del francese e che non avrebbe esitato, se necessario per vincere il titolo, a buttare fuori pista il ferrarista.

Scrissi tutto, nessuno ci credette ma neanche un mese dopo Senna, in Giappone, si laureò campione del mondo speronando brutalmente e volontariamente la Rossa del francese.

Così lo imparammo anche a Monza. Mai confondere la realtà con la fiction.