L’ora di Leclerc, un asso a caccia del lieto fine

Charles dopo un 2019 da urlo ha sofferto con una Ferrari non all’altezza. E Sainz ha fatto meglio di lui nell’ultima stagione

Migration

La storia di Jean Alesi forse Carletto Leclerc l’ha sentita raccontare. Di sicuro non gli piace. E c’è da capirlo.

Anche l’oriundo siciliano, ormai più di trent’anni fa, arrivò a Maranello carico di speranze. Era un pilota giovane, dotato di sorprendente aggressività. Alesi si era messo in luce scatenando furibonde battaglie in pista contro un certo Ayrton Senna. I tifosi della Ferrari lo accolsero con un entusiasmo pari alle sue speranze.

Ma nei cinque lunghi anni trascorsi vestito di rosso, il francese portò a casa appena una vittoria.

Nulla poteva essergli rimproverato. Dava sempre il massimo, talvolta spingeva la vettura anche oltre il limite. Banalmente e malinconicamente, però, quella Ferrari non era competitiva. Non lo fu mai.

Ora, mettetevi nei panni di Leclerc. È cresciuto nella famiglia della Driver Academy del Cavallino. Era ancora un adolescente quando è stato affidato alle cure di Andrea Bertolini, collaudatore storico della Rossa, grande amico di Schumi.

Carletto ha imparato. Presto e bene. Ha vinto tutto nelle categorie inferiori. Ha stupito al debutto in Formula Uno con la Alfa Romeo. E infine, all’alba del 2019, è stato chiamato a sostituire un personaggio carismatico come Kimi Raikkonen, ultimo iridato con la Rossa nel 2007.

In tre stagioni, Carletto ha dato ragione a chi crede nel suo enorme potenziale. Ha anche vinto, in modo strepitoso!, a Spa e a Monza. Pareva l’inizio di una cavalcata trionfale. Solo che…

Solo che, dal 2020 in poi, la Ferrari è incappata in una crisi di identità. Il giallo del “motorone”, messo al bando dalla federazione internazionale, ha relegato la Rossa nelle retrovie. Gli ultimi due campionati sono stati, per usare un eufemismo, uno straziante viaggio nel deserto.

Leclerc ha reagito con lampi di classe. Quando si apriva uno spiraglio, lui si buttava dentro. Nel 2021 sono state clamorose le pole position di Montecarlo e di Baku.

Eppure, c’è anche il rovescio della medaglia. Con il compagno di squadra, lo spagnolo Carlos Sainz, la relazione è ottima. In pista e fuori. Giocano a scacchi, si frequentano, collaborano. Ma sono anche rivali e nel 2021 Carlitos ha ottenuto risultati migliori di Carletto. Lo ha preceduto nella classifica generale del mondiale e ha collezionato un numero superiore di presenze sul podio.

Così si torna a quella storia cui accennavamo all’inizio. La storia di Jean Alesi.

A Leclerc non piace. E lui, per il talento che ha, merita una narrazione diversa.

Con il lieto fine.