Mercoledì 24 Aprile 2024

Lauda frena, un podio calcolato per il titolo

Precise gerarchie nella Ferrari che riconquistò il Mondiale: e nel Gp d’Italia il campione austriaco lasciò involarsi Regazzoni

Migration

di Leo Turrini

È uno dei più bei ricordi nella vita di Luca Cordero di Montezemolo. "Era il 1975 – racconta l’avvocato –. Finalmente riportammo il titolo mondiale a Maranello dopo undici anni di digiuno. E ci riuscimmo a Monza, davanti alla nostra gente, con un pilota straordinario come Niki Lauda. Quella sera, mi telefonò Enzo Ferrari. Era commosso fino alle lacrime. Per lui il Gran Premio d’Italia aveva un significato speciale, unico…".

Monza per lui. Per il Drake. Fra gioie e dolori. Tra emozioni e tragedie. In un caleidoscopio di sensazioni persino difficile da spiegare a chi non ha passione per la velocità, per il brivido senza appello.

Quella domenica del 1975, una folla immensa si era radunata in Brianza. La Formula 1 stava entrando nell’era della popolarità diffusa. Motivo: finalmente la Rai aveva deciso di trasmettere tutte le corse in diretta. E così, le domeniche da gran premio si erano trasformate in un appuntamento collettivo, di massa.

Le prestazioni di Niki Lauda e di Clay Regazzoni, la coppia di drivers del Cavallino, avevano idealmente gettato benzina sul fuoco. Nel 1974 il sogno iridato si era estinto per mano di un brasiliano astuto, Emerson Fittipaldi. Sfruttando la rivalità tra i due ferraristi, l’asso della McLaren li aveva beffati.

L’anno dopo, appunto nel 1975, Montezemolo, che era il giovane diesse della Scuderia, creò le condizioni perché non ci fossero equivoci. Lauda era il leader. Il ticinese Regazzoni, sia pure mugugnando, accettò il ruolo di spalla.

Monza consacrò l’operazione. Nel Gran Premio d’Italia, a Lauda bastava un piazzamento. Regazzoni fu lasciato libero di correre senza preoccupazioni. Vinse allegramente, precedendo Fittipaldi. Lauda usò il cervello, si adattò alla dimensione. Collezionò il terzo posto che gli garantiva la conquista del mondiale.

Questa storia avrebbe avuto un bis quattro anni più tardi. Nel 1979, ancora a Monza, la Ferrari vinse un altro titolo iridato. Jody Scheckter si impose con l’appoggio del compagno Gilles Villeneuve. Che sacrificò le ambizioni personali per mettersi al servizio della squadra.

Anche questa è Monza. Anche questa è Ferrari.