Venerdì 19 Aprile 2024

Hamilton e una rivincita che vale il record

Non ha ancora smaltito la delusione per l’epilogo della passata stagione, ma cerca l’ottavo titolo: nessuno c’è mai riuscito

Lewis Hamilton

Lewis Hamilton

Dicono che non abbia ancora smaltito la botta. Del resto, il suo rapporto con la sconfitta è sempre stato, per usare un eufemismo, estremamente complicato. Nel 2007 sfiorò la crisi di nervi dopo essere stato beffato in extremis da Kimi Räikkönen. Nel 2016, cercò addirittura di innestare un incidente nel finale dell’ultima gara pur di impedire il trionfo iridato di Nico Rosberg.

Eh, sì. Sto parlando di Lewis Hamilton. La vittima di Abu Dhabi 2021, secondo la leggenda metropolitana alimentata dai media di oltre Manica.

Quel crudele sorpasso di Max Verstappen è una ferita non rimarginata. E se sulle prime il sette volte iridato aveva reagito con eleganza, andando a complimentarsi con l’olandese, beh, subito dopo è scattata la sindrome dell’usurpatore. Per due lunghi mesi, Lewis Hamilton è sparito dalla pubblica circolazione. Ha fatto persino trapelare l’ipotesi di un clamoroso addio alle corse. Tutto pur di arrivare ad una vendetta postuma: la federazione internazionale ha ceduto alle pressioni e ha mandato a casa Michael Masi, l’arbitro australiano che tra le dune di Abu Dhabi si era permesso di dire a Toto Wolff, il capo della Mercedes, che no, proprio non poteva concludersi dietro una safety car, il mondiale più bello degli ultimi dieci anni.

Ora, intendiamoci bene Lewis Hamilton è uno dei più grandi piloti di tutti i tempi. Ce lo dicono i numeri. Ce lo confermano i record, probabilmente inavvicinabili. E nessuno ha mai seriamente dubitato del suo desiderio di protrarre la carriera. Almeno fino a quando avrà staccato Michael Schumacher nella classifica dei pluriridati: per colpa o per merito di Michael Masi e di Max Verstappen, i due stanno ancora alla pari, a quota sette.

L’olandese, già. Presumibilmente il rivale più tosto in cui Hamilton si sia imbattuto nella sua lunghissima carriera. Non aveva fatto fatica, Lewis, a mettere sotto Alonso, in gioventù. E alla distanza Seb Vettel, quando era al volante della Ferrari, ha ceduto soprattutto a livello psicologico, nelle rare occasioni in cui la Rossa non era troppo lontana dalla Mercedes.

Verstappen invece è diverso. Viene da un’altra generazione. Non ha mai avvertito il benché minimo timore reverenziale nei confronti di un campione consacratissimo. Le vicende del 2021, esasperate dai frequenti duelli ruota a ruota, hanno reso testimonianza di una contrapposizione che va persino oltre il semplice elemento agonistico.

Tutto questo, Hamilton lo sa. Lo sa talmente bene che è lecito immaginare un suo avvio garibaldino, nella stagione che va ad iniziare sulla pista del Bahrein. Si davvero Mercedes di nuovo gli mettesse in mano un missile, lui sfrutterebbe l’occasione. Perché la voglia di rivincita è enorme. Con simili premesse, non dovrebbe essere un disagio la coabitazione con il nuovo compagno di squadra, l’arrembante Russell. Costui ha le carte in regola, ci mancherebbe. È velocissimo.

Ma se vuoi rimuovere dal trono l’Usurpatore Orange, non puoi avere paura del tuo numero due.