Martedì 23 Aprile 2024

Gasly-Ricciardo: sorprese negli anni più bui

Due edizioni in piena pandemia, solo nella seconda autodromo aperto al 50% della capienza. Doppia impresa per AlphaTauri e McLaren

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di Marco Galvani

I Gran premi della pandemia. Due anni a porte chiuse o semi aperte. Due edizioni surreali. Impreviste. E anche imprevedibili dei risultati sportivi. Giù dal podio i big, largo ai giovani o comunque a chi meno t’aspetti. Il 2020 è l’anno più duro. Il Covid ha chiuso tutto. Autodromi compresi. A Monza entrano solo 250 tra medici e infermieri reduci dal fronte degli ospedali. Per colorare le tribune a favore di telecamere s’inventano di coprire i seggiolini con i cartonati dei tifosi che avevano prenotato un posto.

In pista è anche una gara di caschi: George Russell, allora in Williams, indossa un casco speciale tricolore che indosserà anche al Mugello. Lando Norris (McLaren) ha una livrea a base di pizza, Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo) un ‘elmetto’ bianco e azzurro che rappresenta lo Stivale, mentre Sebastian Vettel, al suo ultimo Gran premio d’Italia al volante della Ferrari, tiene il solito disegno, ma oltre al fondo che diventa cromato, compare sulla calotta la bandiera italiana per omaggiare i tifosi della scuderia. In pista, però, è un disastro. Al settimo giro, poco prima della Parabolica, i freni posteriori della sua Ferrari esplodono e al passaggio successivo il tedesco è costretto al ritiro. Gara sfortunata anche per il compagno di squadra Charles Leclerc. Sempre in Parabolica. Perde il controllo e tira dritto fino a schiantarsi contro le barriere. Pilota ok, ma gara ko: l’ultimo ritiro per la scuderia di Maranello a Monza era stato nel 1995 con Gherard Berger e Jean Alesi. Dopo la bandiera rossa, alla ripartenza cambia tutto. L’AlphaTauri è un missile e Pierre Gasly diventa il primo francese a conquistare un Gp di Formula Uno da Olivier Panis nel Gran premio di Monaco 1996 e a vincere a Monza da Alain Prost nel 1989 quando era in McLaren.

L’anno successivo, il 2021 la pandemia condiziona ancora pesantemente il mondo. Ma i vaccini danno respiro e allentano le misure di isolamento. Alla fine il Governo riapre il circuito al 50%, ma niente posti prato. Solo metà dei posti in tribuna e tifosi distanziati. L’edizione dell’anno scorso festeggia non soltanto un primo, timido, ritorno alla normalità, ma anche i 100 anni dal primo Gran premio corso il 4 settembre 1921 a Montichiari, in provincia di Brescia, non valido comunque per il campionato del mondo di Formula Uno. In circuito – testimoni del ritorno alla vittoria con McLaren di Daniel Ricciardo da Monaco 2018 sulla Red Bull, della doppietta McLaren con il secondo posto di Lando Norris e del terzo di Valtteri Bottas al suo ultimo anno in Mercedes – arrivano soltanto 46mila tifosi nell’intero fine settimana di gara. Una desolazione. E un bagno di sangue per il circuito, che chiude il Gp con un buco di 15 milioni di euro.