Mercoledì 24 Aprile 2024

Amarcord Bahrain, la prima rossa di Alonso

Nel 2010 il campionato partì nel golfo e la Ferrari piazzò una doppietta con lo spagnolo al debutto davanti al rientrante Massa

di Doriano Rabotti

A rileggere quei titoli e quei nomi, vengono i lacrimoni. Sono passati solo tredici anni, ma alle velocità della Formula Uno sembrano un’era geologica, sicuramente tecnologica.

Il circus riparte dal Bahrain, cosa insolita eppure già successa nel 2010. Quando Stefano Domenicali era il team principal della Ferrari di Montezemolo, quando nell’abitacolo della Rossa sedevano Fernando Alonso e Felipe Massa mentre sulla Mercedes si accomodava, per un ritorno che sicuramente aveva sognato migliore, un certo Michael Schumacher.

I fatti potrebbero anche bastare, per far capire come mai in questo caso il ricorso storico sia ricordo epico: prima gara di Alonso in groppa al Cavallino e doppietta Rossa, con lo spagnolo davanti a Massa per sedici secondi, Lewis Hamilton sulla McLaren a completare il podio davanti a Vettel, Rosberg e al povero Schumi.

Di quell’ordine d’arrivo, oggi sono ancora in pista in tre: lo spagnolo, il Re Nero e il rientrante Hulkenberg. Non bastò quella rondine rossa per fare una primavera mondiale, ma quel giorno a Maranello i cuori erano veramente in alto.

"Ho una macchina meravigliosa, competitiva sia con le gomme morbide che con le dure", disse alla fine Alonso, e sicuramente Leclerc si accontenterebbe di poter ripetere le stesse cose quest’anno....

"Ringrazio Dio, ha ascoltato le mie preghiere", aveva aggiunto Felipe Massa che tornava dopo il terribile incidente di Budapest, quando una molla gli aveva trapassato il casco mandandolo in coma.

Quanto possa portare bene ricordare un momento come quello, è impossibile saperlo oggi. Di sicuro Alonso è ancora in pista perché la fibra è quella del campione, e vincendo al debutto con la Ferrari ne diede in quel caso una ennesima dimostrazione. Di sicuro non sarà l’aria calda del deserto a far capire se il sogno di una Ferrari in lotta per il mondiale sia un miraggio o una speranza concreta come un’oasi dopo una lunga traversata tra le dune emotive del digiuno.

Di sicuro, dallo stesso Bahrain che sembrava aver inaugurato una nuova stagione di gloria per la scuderia di Maranello riparte una avventura alla quale tutti i tifosi della Rossa affidano gli stessi sogni di gloria che avevano in quel marzo del 2010.

Alonso c’è ancora, Vettel lo ha lasciato solo a tenere alto il vessillo dell’esperienza, passandogli un’eredità difficile e stimolante. Perché la Aston Martin sogna di essere una sorpresa in questa stagione: la AMR23 è nata dalle menti di Dan Fallows, direttore tecnico ed allievo di Adrian Newey ai tempi della Red Bull, e del progettista italiano Luca Furbatto.