Flessibile, integrata e più sicura Le nuove sfide della mobilità urbana

Le modalità sostenibili di spostarsi nel futuro prossimo al centro del digital panel di Quotidiano Nazionale

Migration

di Giorgia De Cupertinis

In un mondo in continua evoluzione, al termine ’mobilità’ viene affiancata, sempre più frequentemente, la parola ’futuro’. Un connubio, questo, che cela in soli due concetti uno scenario, necessario quanto imminente, richiamato a sciogliere i nodi di una mobilità statica. E che inizia a far sgomitolare, lungo le strade del domani, nuove occasioni a beneficio dei cittadini. Da una viabilità più agile, condivisa e sicuramente più sostenibile, fino a servizi più rapidi e accessibili, volti a migliorare la qualità di vita di ogni individuo ‘in sella’ al proprio mezzo di trasporto. La smart mobility, infatti, è l’opportunità di potersi spostare solo quando serve, in modo flessibile, integrato, sicuro, minimizzando il traffico, l’inquinamento e gli sprechi di tempo ed energia.

Un’occasione per riorganizzare le diverse esigenze di mobilità individuale e collettiva e l’implementazione di nuove infrastrutture e nuove soluzioni. Così come discusso all’interno del digital panel ‘Dopo la pandemia le sfide del futuro tra supertreni e micromobilità’, il quinto appuntamento all’interno di ‘Qn Città Future’, online su cittafuture.quotidiano.net, sui siti e social del gruppo Monrif e su ASviS. I relatori – moderati da Sandro Neri, Responsabile Economia Qn – si sono infatti potuti confrontare su un tema capace di andare oltre la concezione classica di trasporto. E che fa, della tecnologia, leva per alzare l’asticella della mobilità del domani.

"La smart mobility è uno dei pilastri del nuovo paradigma di smart city, che riprogramma le aree urbane sotto diversi profili. È un modo diverso di pensare alla mobilità che ha vantaggi diversi, dall’efficienza alla sostenibilità, fino alla sicurezza. Investire in questo senso vuol dire avere un grande ritorno a livello di benefici – spiega Michele Masulli, direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com) –. Ci sono già sperimentazioni interessanti, ad esempio riguardo la conversione a idrogeno di alcune tratte ferroviarie. È vero, la mobilità elettrica rappresenta la principale alternativa a quella tradizionale, ma un ruolo importante lo possono svolgere anche le alimentazioni a bio carburante, bio metano, carburanti sintetici, bio carburanti avanzati. È una sfida a carattere industriale per un Paese come il nostro che ha un importante settore automotive che necessita, ora, di essere sostenuto e accompagnato in questa riconversione sostenibile". Non solo. Se ognuno di noi, in qualità di singolo cittadino, ha un ruolo decisivo nella possibilità di raggiungere un vero e proprio cambiamento nell’approccio con la mobilità, è necessario "rivedere l’intero sistema: dalle strade alle segnaletiche ai parcheggi fino alla rete di ricarica di rifornimento".

"Uno sforzo che coinvolge in modo diretto la riprogrammazione della realtà – continua Masulli –. Si sente spesso parlare di ‘città a quindici minuti’, un modello che in alcune aree già esiste e che consente di avere accesso ai servizi principali in un quarto d’ora, evitando di far convergere verso il centro della città tutti i flussi di trasporto. Gli strumenti anche in questo senso ci sono, pensiamo soltanto ai piani urbani per la mobilità sostenibile, che un punto di forza importante ce l’hanno proprio nella partecipazione dei cittadini". Anche per questo motivo sarà fondamentale "fornire delle indicazioni di monitoraggio per tenere traccia degli avanzamenti degli investimenti sul trasporto pubblico locale. I dati sono una ricchezza inestimabile".

I progetti futuribili si incrociano così a sperimentazioni che possono vantare di essere già realtà per delineare, su base di sperimentazioni ad hoc, i percorsi da incentivare e concretizzare ulteriormente. "Dovremmo riprendere con maggiore decisione gli investimenti sulla mobilità a basso prezzo e renderla sempre più smart – illustra Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile Legambiente – un segnale di questo tipo è cominciato a intravedersi con il bonus per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, che speriamo si estendano anche alla sharing mobility, cioè mezzi elettrici a noleggio".

"L’intermobilità – va avanti Poggio – è una delle grandi possibilità dell’immediato futuro: lì risiede la vera novità della rivoluzione dei trasporti, non solo delle persone ma anche delle merci. La smart mobility si può tradurre in un esempio: non uscirò dal garage con un veicolo, ma a piedi, con in mano uno smartphone. Attraverso quest’ultimo pianificherò il mio viaggio, capirò se è la giornata giusta per andare in bicicletta fino alla fermata dell’autobus o del treno. Poi, completata una tratta, potrò verificare qual è il mezzo più adatto per arrivare alla mia destinazione".

Un sistema per muoversi tipico delle grandi città "ma che ora comincia a diffondersi anche nei territori di piccole dimensioni – conclude Poggio –. Allo stesso tempo ci sono anche tanti altri sistemi, come i mini autobus a chiamata che cominciano a fornire dei viaggi a prenotazione: basterà comunicare l’ora in cui si ha esigenza, e l’algoritmo creerà il percorso su misura di tutti gli utenti".