Dal 18 al 26 novembre prende il via la sesta edizione di Foto/Industria: l’unica biennale al mondo di fotografia dell’industria e del lavoro, sotto la direzione artistica di Francesco Zanot. Tema del percorso fotografico di quest’anno è l’industria del gioco, GAME, declinato in 12 mostre, di cui undici personali e una collettiva, allestite in 10 sedi del centro storico e al MAST. L'edizione di quest'anno ricade nel decimo anniversario di Fondazione MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) e rientra nelle iniziative per i 100 anni dell’impresa G.D. “Fare del lavoro una cultura e della cultura un lavoro”: sono le parole che legano queste due realtà e che rappresentano da un lato la cultura aziendale dell’impresa che si è consolidata nel tempo (G.D) e, dall’altra, quella della creazione di uno spazio innovativo e partecipativo di produzione del pensiero sul lavoro (MAST). Le dodici mostre di Foto/Industria 2023 rappresentano una timeline di visioni sul tema del gioco a partire dalla fine dell’800 fino ai giorni nostri: dai giochi per bambini ai luna park, dai casinò ai giochi di ruolo, fino ai videogame, il settore del gioco ha assunto proporzioni senza precedenti, interpretando tematiche di straordinaria rilevanza e attualità. Ricca la selezione degli artisti in mostra, tra questi, oltre a protagonisti e veterani della scena interazionale, anche giovani emergenti: si va dalla statunitense Ericka Beckman, l'italiano Olivo Barbieri e il libanese Raed Yassin che esplorano alcune strutture tipiche del gioco cogliendone gli aspetti culturali e la dimensione simbolica fino alla tedesca Heinrich Zille, l'italiana Linda Fregni Nagler e lo statunitense Daniel Faust orientati all’osservazione dello spazio del gioco che, nello specifico, si estende dalla scala del luna park di Berlino alla fine dell’Ottocento ai playground che punteggiano le città contemporanee, fino a un’analisi quasi-tipologica di Las Vegas, dove il gioco ha determinato l’architettura stessa della città. Il rapporto tra gioco, identità e relazioni sociali è invece al centro delle ricerche del marocchino Hicham Benohoud, dell'inglese Danielle Udogaranya e dell'olandese Erik Kessels, i cui lavori spaziano dal valore pedagogico del gioco al suo ruolo nella formazione dell’immagine di sé, dalla maschera alla costituzione di un’esperienza sociale; il tedesco Andreas Gursky e la belga americana Cécile B. Evanscon, con le loro opere investigano il tema dell’invenzione della realtà, alla base dell’esperienza del gioco, sia come puro esercizio della fantasia, sia nel senso della costruzione di veri universi virtuali alternativi all’interno dei quali si svolgono le avventure dei videogame. Non solo foto: la varietà del tema di questa edizione è oggetto di un ampio programma di talk, proiezioni, presentazioni e workshop per il pubblico, mentre, ai più giovani è dedicato un booklet per scoprire le mostre attraverso racconti, curiosità e giochi da svolgere sia negli spazi espositivi che a casa.
FestivitàBologna GAME ci racconta l'industria del gioco attraverso una serie di fotografie "visiona