Venerdì 19 Aprile 2024

Palazzona di Maggio tra i pionieri "Il bio è la nostra parola d’ordine"

L’azienda a conduzione familiare è nata negli anni ’60 sulle colline di San Pietro di Ozzano Emilia. I titolari: "Tantissimi i giovani che dimostrano sempre maggior interesse verso il nostro settore".

Palazzona di Maggio tra i pionieri  "Il bio è la nostra parola d’ordine"

Palazzona di Maggio tra i pionieri "Il bio è la nostra parola d’ordine"

di Mariateresa Mastromarino

Una storia che nasce negli anni ’60 sotto forma di sperimentazione, e che diventa concreta realtà vent’anni fa. E’ questo lo spirito di Palazzona di Maggio, cantina vinicola situata sulle prime colline di San Pietro di Ozzano Emilia, a metà strada tra Bologna e Imola, che coltiva i propri vigneti, producendo vini di qualità che riflettono e rispecchiano la ricchezza variegata del territorio, con grande attenzione anche allo sviluppo di soluzioni innovative ed ecologiche. "Dal 2019 produciamo vini biologici – spiega Antonella Perdisa, proprietaria e titolare dell’azienda –. Ci siamo indirizzati verso questa strada, perché la richiesta va in quella direzione. La nostra azienda è familiare, e i nostri figli dimostrano una grande attenzione al futuro della Terra. Ci siamo convertiti al bio, quindi, perché sentiamo l’esigenza di essere una goccia in questo grande mare".

La promozione del biologico e l’attenzione alla qualità collocano la realtà vinicola tra le eccellenze del territorio, popolato sempre più da turisti e visitatori interessati alla creazione del vino, proprio come dimostra l’evento Cantine Aperte.

"Per l’occasione, apriamo la nostra cantina e i nostri vigneti per fare immergere i visitatori nel nostro lavoro – continua Perdisa –. Ci concentreremo anche sull’aperto proprio per mostrare dove si svolge il luogo lavorativo della vendemmia, che è la vigna". Gli ospiti sono attesi per domenica, giornata dedicata alla scoperta del territorio e alla produzione enologica, attraverso intense degustazioni e visite guidate. "I giovani sono molto più consapevoli, e c’è maggiore interesse verso il nostro settore – aggiunge Perdisa –. Sono nati corsi di avvicinamento al vino, perché le persone vogliono sapere cosa bevono".

Dopo la pandemia, il turismo legato al mondo enologico ha ripreso a pieno ritmo. "Finalmente anche i visitatori stranieri sono tornati con grande curiosità e interesse – conclude la titolare –. La maggior parte arriva dal Nord Europa, come i turisti olandesi, norvegesi e belgi, ma abbiamo anche turisti da oltreoceano, come gli americani. Gli arrivi promuovono il territorio e valorizzano la scoperta delle cantine nostrane".