La frutta in guscio Degustazioni e show tra nocciole, noci, mandorle e pistacchi

Tutte le iniziative di promozione e informazione che animeranno le giornate di fiera nell’area espositiva riservata a Ismea e al Ministero dell’agricoltura: si parte il 3 maggio alle 12,30.

La frutta in guscio  Degustazioni e show  tra nocciole, noci,  mandorle e pistacchi

La frutta in guscio Degustazioni e show tra nocciole, noci, mandorle e pistacchi

Riflettori accesi sulla frutta in guscio a Macfrut: nocciole, noci, castagne, mandorle, pistacchi, carrube sono infatti oggetto di una serie di iniziative di promozione e informazione, che animeranno le giornate di fiera nell’area espositiva riservata a Ismea e al Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste. Si parte il 3 maggio alle 12.30 con la conferenza stampa di lancio della Campagna di promozione dei prodotti della filiera della Frutta in guscio (Padiglione D5 stand 027- 067). Nel corso dell’evento verrà inquadrato il ruolo economico della filiera, chiariti gli obiettivi e le azioni della campagna e presentate le creatività che personalizzano anche gli stand dei rappresentanti dei prodotti ospitati all’interno dello spazio espositivo ISMEA- MASAF. In coda alla conferenza, che vedrà tra gli altri anche la partecipazione del noto nutrizionista Giorgio Calabrese, è previsto uno showcooking con degustazione di preparazioni dolciarie a base di nocciole, noci, castagne, mandorle, pistacchi e carrube fornite dai produttori presenti negli stand. Ma non solo frutta in guscio, il nutrito calendario di degustazioni guidate, showcooking e masterclass coinvolgerà anche alcune produzioni ortofrutticole a indicazione geografica come la Mela della Val di Non, la Mela dell’Alto Adige, l’Arancia Rossa di Sicilia, l’Arancia di Ribera, la Patata della Sila, la Patata di Bologna e la Cipolla Rossa di Tropea. I rappresentanti dei rispettivi consorzi racconteranno il 4 maggio alle ore 10.00 nell’ambito del workshop “La comunicazione di successo dell’ortofrutta italiana DOP IGP”, organizzato dalla Rete Rurale Nazionale, le loro best practices nelle attività di promozione e comunicazione.

In Italia, la coltivazione di noci, nocciole, mandorle, castagne, pistacchi e carrube interessa una superficie di circa 180mila ettari. La produzione media degli ultimi anni ammonta a circa 220mila tonnellate ma i quantitativi raccolti oscillano fortemente da un anno all’altro a causa dell’impatto del clima sulle rese produttive. In generale, esiste un forte legame della produzione con il territorio, ad esempio, la produzione di nocciole è localizzata essenzialmente in Campania, Lazio e Piemonte; quella di mandorle in Puglia e Sicilia, quella di pistacchio in alcune aree specifiche della Sicilia (Bronte e Raffadali); mentre la produzione di noci e castagne è diffusa in areali che vanno dal sud al nord dello Stivale. Lo stretto legame con il territorio ha portato al riconoscimento di diversi marchi a indicazione geografica (DOP e IGP) ma il successo economico di questi prodotti è stato fino ad ora parziale, in quanto ostacolato da alcuni limiti insiti nella struttura stessa di questa filiera. Il principale utilizzo della frutta in guscio – in particolare nocciole, mandorle e pistacchi – riguarda l’industria dolciaria e agroalimentare in genere; mentre per castagne e noci si ha una prevalenza del consumo tal quale. Per loro stessa natura, i prodotti del comparto intercettano naturalmente la crescente domanda di alimenti salutari ad elevato contenuto nutrizionale facendo registrare una tendenza di crescita negli acquisti. Per tutti i prodotti si registra, tuttavia, un deficit della produzione nazionale rispetto al fabbisogno interno e ciò spiana la strada all’importazione di ingenti quantitativi di prodotto dall’estero, come avviene ad esempio per le nocciole turche, cilene, georgiane e azere, per i pistacchi di Usa e Iran, per le mandorle di Usa e Spagna, per le noci di Spagna e Usa e per le castagne di Turchia, Portogallo e Spagna. Tutto ciò si traduce in importazioni per circa 1,4 miliardi di euro all’anno e un pesante passivo della bilancia commerciale dell’Italia che ammonta a circa 700 milioni di euro. È evidente quindi che esiste una grande opportunità di aumentare il potenziale produttivo dell’Italia tenendo ben presente però i limiti determinati dalle caratteristiche pedoclimatiche dei nostri territori che non sempre si adattano alle diverse specie. Allo stesso tempo è necessario non sottovalutare la minaccia insita in un mercato internazionale gestito da grandi player in grado di influenzare il livello del prezzo mondiale.