Sabato 14 Giugno 2025

Per un mondo senza diabete di tipo 1

Obiettivi / FID da 16 anni lavora per una cura definitiva a questa malattia: l'unica via è la ricerca

FID sostiene la ricerca scientifica indipendente affinché si trovi una cura

FID sostiene la ricerca scientifica indipendente affinché si trovi una cura

In pochi sanno che una persona con diabete di tipo 1 ogni giorno, per tutta la sua vita, deve prendere in media 180 decisioni in più rispetto agli altri. Questo perché la persona con diabete di tipo 1 è impegnata continuamente nella gestione della sua malattia che, se non curata correttamente causa gravi complicanze nel lungo periodo (ictus, infarto, neuropatie, nefropatia, cecità) e anche nel breve, poiché un eccesso di insulina causa ipoglicemie, che possono avere conseguenze nefaste. L’insulina non guarisce le persone con diabete di tipo 1, semplicemente le tiene in vita. Fondazione Italiana Diabete è impegnata da 16 anni a sostenere la ricerca scientifica indipendente affinché trovi la cura definitiva alla malattia. FID sostiene tre filoni principali di ricerca: quella che permetterà a chi è già ammalato di guarire, con i trapianti di isole pancreatiche e l’utilizzo di staminali che producono insulina; la ricerca sulle cause della malattia, parzialmente sconosciute; e la ricerca nell’ambito della prevenzione, con gli screening per predire e tentare di bloccare la progressione della malattia. Fondazione Italiana Diabete ha promosso la creazione di screening per il diabete di tipo 1 e la celiachia per i bambini italiani. Ne è nata la legge 130/2023, che istituisce lo screening nazionale. La fase pilota in Lombardia, Marche, Campania e Sardegna, si è appena conclusa: i bimbi che si recano dal pediatra di famiglia possono, con un semplice pungidito, sottoporsi all’analisi degli autoanticorpi del diabete e della celiachia. Si può così capire se un giovane rischia il diabete di tipo 1 ed evitare la chetoacidosi diabetica, complicanza acuta che necessita di ricovero e terapia intensiva nei casi gravi e anche tentare di bloccare la malattia, con le terapie in studio.