Giovedì 25 Aprile 2024

Brindisi a Hong Kong

Vinitaly - VeronaFiere punta su un mercato difficile dominato dalle etichette francesi

Vino - Foto: Andrew Unangst / Alamy

Vino - Foto: Andrew Unangst / Alamy

HONG KONG, OFFENSIVA asiatica di Vinitaly-VeronaFiere. Si è partiti ai primi di novembre con l’apertura della sede cinese a Shanghai nel centrale distretto business di Xuhui (Changle Road, 989). Poi trasferimento a Hong Kong per l’International Wine & Spirits Fair, principale rassegna del settore nel Sud Est asiatico. Oltre 100 le imprese del vino tricolore impegnate negli 800 metri quadri del Padiglione Italia gestito dai due brand di VeronaFiere, Vinitaly e Sol&Agrifood, cui si aggiunge uno spazio lounge in collaborazione con Ice.

UNA PRESENZA, frutto del recente rinnovo dell’accordo di collaborazione tra la Spa fieristica veronese e l’Hong Kong Trade Development Council, per incentivare un mercato strategico ancora difficile per il Belpaese. Il valore del vino italiano importato da Hong Kong nel 2017 è di 39 milioni di euro contro gli 809 del vino francese; mentre in Cina la quota di mercato del vino italiano è del 6 per cento contro il 40 per cento della Francia. Con quasi 20mila buyer registrati e una superficie di circa 18mila metri quadrati, il Wine & Spirits Fair di Hong Kong è uno dei principali appuntamenti per il business del vino in Asia, con oltre 1000 aziende espositrici da 33 Paesi diversi. «Hong Kong è il 7° buyer di vino al mondo con quasi 1,4 miliardi di euro importati lo scorso anno. Se per la Francia questo è un mercato di riferimento fondamentale, per noi rappresenta solo la 25esima destinazione. In pratica, a parità di valore, l’Italia vende 1 bottiglia ogni 20 commercializzate dai cugini transalpini. Siamo convinti che occorra ripensare a una strategia comune diversa e vincente per l’Asia», spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

ANCORA più pesante, secondo l’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, è il trend nei primi 9 mesi di quest’anno, con un -17,4% a valore per il Belpaese a fronte di una ulteriore crescita della Francia (+6,9%). «Da sempre lavoriamo bene sia con le istituzioni che con le aziende italiane – aggiunge il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –. Ora però, qui come in tutta l’Asia, è arrivato il momento di fare massa critica tutti insieme per far capire veramente che cos’è l’Italia e il nostro vino. Accanto al business bisogna lavorare tanto in formazione, e su questa direttrice ci stiamo impegnando da tempo, con la Vinitaly international Academy, che conta solo in Asia 59 wine ambassador, e con alcuni accordi che stiamo perfezionando sul fronte dell’incoming enoturistico e della fidelizzazione alla cultura vinicola presso il circuito universitario cinese».

NEL CORSO della tre giorni, degustazioni sulle doc di decine di territori italiani: dal Montepulciano all’Etna, dalla Valpolicella e dall’Amarone ai grandi piemontesi, dai vini dell’Alto Adige a quelli dell’Emilia Romagna. E a fine novembre (26-27) Verona ospiterà la nuova edizione di wine2wine, il forum internazionale di riferimento per la Wine Industry, con un nuovo premio, il Vinitaly Trade Award, che celebra i campioni internazionali della distribuzione nel mercato horeca.