Mercoledì 24 Aprile 2024

La personalità in una bottiglia

Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei: il sommelier Bartolotta associa a ogni vino un archetipo umano e un eroe del cinema o della letteratura

Anthilia Capital sottoscrive i bond di Vinicola Velenosi

Anthilia Capital sottoscrive i bond di Vinicola Velenosi

IL MAESTRO YODA amerebbe le bollicine, mentre un guerriero come Jon Snow forse berrebbe un Super Tuscan sul Trono di spade. Un gioco? Un po’, ma non solo. Almeno secondo Di che vino sei? Trova il vino su misura per te (Giunti), originale lavoro di Filippo Bartolotta. Toscano, sommelier, wine educator, quando si tratta di vino conosce i gusti di parecchie persone, compresi Barack e Michelle Obama. Ed è così che dall’osservazione organolettica, si arriva a quella delle personalità: tutti – spiega Bartolotta – condividiamo un inconscio collettivo e, chiamando in causa lo psicanalista Gustav Jung, si può dire che beviamo archetipi. In altre parole, l’autore disegna una mappa di palati e tipi umani: dall’Uomo comune al Sovrano.

Bartolotta, ma quindi cosa c’entra il vino con Jung? «Insegnando in molti contesti, negli anni mi sono accorto che ci sono palati che si assomigliano. Notavo, ad esempio, che gli avvocati importanti bevevano vini rossi strutturati. Questa categorizzazione, però, non era sufficiente e qui si è aperto il varco di Jung: mi piaceva l’idea della coscienza collettiva e pernso che parlare di personalità sia più facile che parlare di vino».

Quali sono questi archetipi? «Diciamo che chiunque guardi Pretty Woman sentirà risvegliato l’archetipo dell’amante. Davanti a un film Disney, invece, si smuovono archetipi tipo l’Angelo custode o l’Innocente».

Giochiamo con alcuni personaggi. Il Burlone, ad esempio. «Immagino un Don Chisciotte, un soggetto picaresco. Oppure chi ama narrare storie: in Italia potrebbe essere Fabio Volo, o un Fiorello».

E che gusti hanno? «Se penso a un Jim Carrey, mi vengono in mente vini in grado di cambiare faccia. Come il Bardolino, gioviale e immediato, ma che può dare grandi bottiglie. O i Lambruschi di qualità, vibranti e più complessi del previsto».

E l’Esploratore? Da Ulisse a Indiana Jones gli esempi non mancano. «Per l’Esploratore conta la scoperta, la parte autentica della vita: penso a Colombo, Magellano, ma anche a tutti i sommelier. Questa categoria non cercherà un Barolo, ma un Ghemme, Gattinara o un Nebbiolo della Valle d’Aosta. Oppure i vini del Nuovo mondo, fino a un Semidano sardo, per approdare al Riesling Renano: non si finisce mai di esplorarlo».

Parliamo del guerriero. «Penso alla donna in vigna in Italia che deve combattere ogni giorno contro mille luoghi comuni. Ma c’è anche l’atleta, a cui piacciono cose muscolari, alcoliche, come il Primitivo e l’Amarone. Nel libro cito Alessandro Magno, ma penso anche a Churchill o Mick Jagger dei Rolling Stones».

I rocker sono anche Ribelli. «Da James Dean a Nicolas Cage, fino ai millennials. Il riferimento è ai vini naturali, o a quelli etnei. E un Ribelle non berrà un Prosecco, ma un ancestrale».

Chiudiamo con il Mago, nel libro si cita, ad esempio, il maestro Yoda. «È l’alchimista. Potrebbe essere l’archetipo dell’enologo: anche lui trasforma la materia. Il suo vino è la bollicina, che sa trasformare gli animi. Ma inserisco anche gli orange, che non sono né bianchi né rossi. Altri vini magici sono gli cherry, con i loro sistemi antichi. Se già il vino è una magia, questi ultimi te la ricordano ogni volta».