Mercoledì 24 Aprile 2024

Vini e liquori made in Italy, impennata del valore dell’export

L’indagine federvini: «dalla cina al giappone, viene finalmente premiata la qualità»

Sandro Boscaini, presidente di Federvini

Sandro Boscaini, presidente di Federvini

MILANO IL VINO E LA LIQUORISTICA made in Italy decollano sui mercati esteri: il primo quadrimestre 2018, annuncia con soddisfazione Federvini, segna il salto di qualità nelle esportazioni delle bevande alcoliche italiane, finora caratterizzate più dai volumi che dal valore. Ma il trend sta cambiando: nei principali mercati, la crescita a valore è stata superiore rispetto a quella a volume: si compra meno ma a prezzi maggiori, ad esempio in Polonia (+34% a valore; + 13% a volume), Giappone (+6% e -4%), Germania (+5,5% e -8,8%) e Cina (+7,7% e -1,9% a volume). Ottima la performance di crescita a valore dei vini Dop (+17% negli Usa, +10% in Canada, +3,65% in Cina) a fronte di una frenata di quelli frizzanti (-22% in Canada, -18% in Giappone). Profili analoghi, secondo l’analisi Federvini, si registrano per acquaviti e liquori, anche se con numeri meno netti: mentre negli Usa l’export a volume è cresciuto decisamente rispetto al valore (+50% contro +30%), Giappone, Cina e Germania hanno privilegiato l’aumento a valore. Caso a parte il Regno Unito, dove le conseguenze della Brexit si sono fatte sentire (-7% e -22,7%). Dati che dimostrano, per il presidente di Federvini, Sandro Boscaini (nella foto), «come il comparto stia ottenendo una decisa attenzione alla qualità produttiva. È la via per restare competitivi».