Mercoledì 24 Aprile 2024

Le bottiglie nel carrello

Il vino venduto nei supermercati tocca gli 1,9 miliardi di giro d'affari. Lambrusco e Chardonnay sono le tipologie più apprezzate.

Scaramagli in Strada Maggiore è una delle enoteche storiche della città

Scaramagli in Strada Maggiore è una delle enoteche storiche della città

MILANO VENDITE di vino stabili sugli scaffali dei market nel 2017, ma con scelte sempre più nel segno della qualità. Le quantità tengono (648 milioni di litri, -0,2%), il valore complessivo (1,9 miliardi) cresce (+1,9%) grazie a un prezzo medio/litro di 2,85 euro che sale a 4,54 per le tipologie Docg, Doc e Igt in bottiglia 75 cl. Valori che sono destinati a crescere nel 2018 a causa di una vendemmia 2017 tra le più scarse degli ultimi vent’anni. Ma torniamo al 2017. I trend di crescita riguardano i vini a denominazione d’origine (5,5 milioni di litri in più), i vini bianchi fermi, gli autoctoni regionali e gli spumanti secchi. I rossi più richiesti provengono da Toscana, Emilia Romagna, Piemonte. I bianchi più richiesti da Veneto, Trentino, Sicilia.

È LA FOTOGRAFIA degli acquisti nella Grande distribuzione organizzata (iper, supermercati, discount) fatta da Iri per Vinitaly 2018 (Verona, 15-18 aprile). Tra le singole denominazioni regionali il vino più venduto sugli scaffali continua a essere il Lambrusco (oltre 13 milioni di litri, 47 milioni il valore). Più o meno stesse quantità per il Chianti ma con un valore di quasi 70 milioni grazie ad un prezzo medio/bottiglia di quasi 4 euro contro i 2,76 del lambrusco. Terzo arriva il Montepulciano d’Abruzzo con 8,4 milioni di litri (32,2 milioni in valore, prezzo medio 2,86 euro di poco superiore al Lambrusco). Il primo dei bianchi in quantità è l’internazionale Chardonnay (7,8 milioni di litri) ma ampiamente battuto in valore dall’autoctono Vermentino con 42,6 milioni di euro e un prezzo medio di 4,39 contro i 3,27 dello chardonnay. Tra i vini in crescita a doppia cifra: Grillo, Primitivo, Ortrugo, Ribolla, Valpolicella Ripasso, Cortese. Ma viaggiano bene anche Passerina, Pecorino, Falanghina. Quanto alle tipologie, regge il primato dei rossi fermi (295 milioni di litri) ma i volumi sono calanti (-1,3%) mentre cresce l’onda dei bianchi (233,7 milioni di litri, +0,9% in volume e +3% in valore). Così come non si esaurisce la spinta degli spumanti (68 milioni di litri), traino del nostro export, che crescono del 4,9% in volume, del 6,7% in valore. Senza contare che ci sono quasi 91 milioni di litri venduti tra bianchi frizzanti, rossi e rosati frizzanti. In grande evidenza il trend dei vini bio (quasi 4 milioni di litri) che fanno +45,3% in volume e +41,2% in valore, con un prezzo medio di quasi 6 euro/litro.

QUANTO AI FORMATI, le bottiglie da 0,75 a denominazione d’origine crescono in volume e valore, mentre arretrano ancora i «bottiglioni» (fino a 2 litri) che perdono un ulteriore 2,5%, mentre i brik registrano una flessione dello 0,6. «Se la quantità di vino acquistato nella Gdo è stabile da anni – spiega Virgilio Romano di Iri – i consumatori mostrano di apprezzare le novità, come le tipologie regionali, il bio e gli spumanti ormai sulla via della destagionalizzazione nella versione secca». Aggiunge Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: «La Gdo fa emergere nuovi vini e territori. Un’evoluzione che Vinitaly sta seguendo proponendo alle cantine espositrici incontri B2B con i buyer delle insegne della Gdo».