Giovedì 18 Aprile 2024

Siddùra, in alto i calici della Sardegna

La Gallura rinnova la tradizione enologica. E fioccano i premi nelle gare internazionali

Massimo Ruggero

Massimo Ruggero

LUOGOSANTO (Sassari), OLTRE 130 MEDAGLIE vinte nei concorsi enologici nazionali e internazionali in cinque anni. Un palmares di tutto rispetto quello dei vini di Siddùra, azienda esattamente dieci anni fa dalla fusione tra l’esperienza di un industriale tedesco e la profonda conoscenza del territorio e del mercato del sardo Massimo Ruggero, attuale ad, in una proprietà nel cuore della Gallura. Il terroir è caratteristica irrinunciabile dei prodotti Siddùra: il connubio tra il clima e la specificità del terreno a disfacimento granitico conferiscono ai vini una mineralità particolare; la cantina è nata attorno a un edificio modello anfiteatro, e vanta un innovativo sistema di controllo per la fermentazione dei serbatoi. Lo slogan dell’azienda – che produce oltre 200mila bottiglie l’anno per un giro d’affari di 1,5 milioni – è «Sardegna in purezza»: tradizione ed avanguardia si fondono nei prodotti della casa.

A PARTIRE da Spèra, vermentino di Gallura in purezza, ideale come aperitivo. E ancora il ‘gemello’ Maìa, già vincitore dei Tre bicchieri del gambero Rosso. Tra i rossi spicca Bàcco, cagnulari in purezza, vitigno storico riscoperto dai grandi enologi, lavorato in botti di rovere. Infine, Nùali, moscato di Sardegna DOC passito.