Mercoledì 24 Aprile 2024

La sfida dell'enoturismo

Il presidente Nicola D'Auria fissa l'obiettivo di Mtv: favorire lo sviluppo del settore. "Cresce l'interesse dei giovani"

Vigneto

Vigneto

ROMA, «VINCEREMO la sfida». Nicola D’Auria, presidente nazionale del Movimento turismo del vino (Mtv), ne è sicuro. Abruzzese, imprenditore e vignaiolo con la Cantina Dora Sarchese a Ortona (Chieti), D’Auria ha un obiettivo da raggiungere nel suo mandato alla guida del Movimento: favorire la crescita dell’enoturismo italiano. Un settore che muove ogni anno 14 milioni di persone per un giro d’affari di 3 miliardi. «Si può fare ancora meglio» sentenzia.

Presidente, avete appena archiviato Cantine aperte, rassegna che si è svolta l’ultimo weekend di maggio: com’è andata? «Un successo: tanti amanti del buon vino hanno visitato le cantine. C’è stato un vero e proprio boom il sabato, con numeri migliori dello scorso anno in diverse regioni. Buono anche l’afflusso registrato la domenica, nonostante il maltempo. Siamo soddisfatti».

Un buon auspicio per il comparto? «Partiamo da un presupposto: l’enoturismo è in salute ed è trainante. Si sta lavorando bene, ci sono le condizioni per migliorare».

Per anni avevate invocato una legge per regolamentare il settore, che ora c’è: quanto può essere d’aiuto? «Lo sarà soprattutto per le piccole azienda agricole, per le quali si presentavano difficoltà a vendere pacchetti con visite e degustazioni. Ora l’attività è regolamentata e anche le piccole realtà possono organizzarsi. Vuol dire avere più utenza potenziale».

Aumenterà il fatturato dell’enoturismo? «Lo auspichiamo».

Si avvicina l’estate: quali aspettative? «Alte, soprattutto per le regioni che affacciano sul mare. Per le cantine è un’opportunità».

Qual è l’identikit del wine lover? «Solitamente ha tra i 40 e i 50 anni e vuole conoscere il vino, non solo provarlo. Ecco perché è cruciale l’aspetto formativo, sul quale molte aziende stanno puntando: ci sono persone che intendono crescere culturalmente con un determinato percorso. L’interesse è crescente anche da parte dei giovani».

Uno studio presentato a Vinitaly dice che un italiano su quattro visita abitualmente le cantine e il 30% degli stranieri sceglie il nostro Paese proprio per l’offerta enoturistica. Si deve lavorare meglio sulla promozione per portare in Italia più persone dall’estero? «Lo straniero è attirato prima di tutto dalle grandi città d’arte come Roma, Firenze e Venezia. Per le aziende vitivinicole che offrono accoglienza il terreno è fertile, perché il turista apprezza molto il nostro vino. Quel che è importante è la sinergia: dall’arte ai paesaggi, dalla cucina al vino, non abbiamo nulla da invidiare ad altri Paesi».

Mettere in rete le eccellenze, insomma. «E valorizzarle. Organizziamo una grande crociera del vino, ad esempio. Abbiamo l’opportunità di offrire un percorso straordinario lungo la penisola, tutte le regioni hanno una vocazione vitivinicola. Sarebbe una grande attrazione».

Fiducioso per il futuro? «Fiducioso e determinato. Chi ha inventato il Movimento turismo del vino e Cantine aperte lo ha fatto da sognatore. Noi dobbiamo continuare a sognare».