Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Montecarlo bianco e la "legione" straniera

Lorenzo Frassoldati

Lorenzo Frassoldati

LA LUCCHESIA è forse l’area più bianchista della Toscana. Aromi e freschezza sono garantiti dal microclima particolare (vento, colline sotto le Apuane, brezze marine), dal sottosuolo variegato e straordinariamente vocato. La Doc Montecarlo è la seconda per anzianità in regione ed in forte evoluzione. Le uve base sono un mix di autoctoni e internazionali, dal Trebbiano toscano al Semillon, dal Pinot bianco al Vermentino, dal Pinot grigio al Sauvignon. Idem per le uve rosse: Sangiovese e Merlot, Canaiolo e Syrah, Colorino e Cabernet. Tenuta del Buonamico è un portabandiera del territorio. Il matrimonio tra uve francesi e autoctone qui da sempre ha dato splendidi risultati al punto che i vini del Buonamico finivano già tavole dei Savoia. La famiglia Fontana guida la maison dal 2008; Eugenio è il motore del rinascimento bianchista della denominazione. La ‘legione straniera’ delle uve bianche sposate ai toscani autoctoni si esprime al meglio nel cavallo di razza della maison, il Montecarlo bianco. Assemblaggio di Trebbiano, Pinot Bianco, Sauvignon Blanc, Malvasia, Semillon, affinato in acciaio, è un bel bicchiere vibrante di freschezza floreale al naso e al palato sapido e dinamico. La deriva bianchista porta inevitabilmente verso le bollicine. Tutte col metodo Charmat, da segnalare Particolare Gran Cuvée Brut (Pinot bianco, Sémillon e Trebbiano) e Particolare Rosé (Sangiovese e Syrah). Ultimo nato, da solo Pinot bianco, è Inedito Première Cuvée, in parte affinato in tonneaux per quasi nove mesi. Il Montecarlo Bianco in enoteca a 15 euro, l’Inedito a 19. Montecarlo bianco 2016, Tenuta del Buonamico Info: www.buonamico.it