Il nobile lambrusco e i suoi "fratelli"

Bruno Vespa

Bruno Vespa

L’altra sera incontro a cena un importante manager che ama la bella vita. Faccio per versargli del vino e lui mi ferma: sono astemio. Gli dico che la malattia è gravissima e gli chiedo se ha provato a curarsi. Niente. Poi sorride e si avvicina per sussurrarmi una confidenza: “Però bevo un Lambrusco che si chiama Otello. Ma quello non è proprio vino…”. Salto sulla sedia. Stai scherzando, spero, gli ruggisco. L’Otello di Ceci è un vino gloriosissimo, tiene banco dagli anni Trenta, ha vinto un mucchio di premi ed è uno dei miei Lambrusco preferiti. Non so se il mio amico si riferisse all’Otello Spumante Rosato o all’Otello Nero di Lambrusco. In ogni caso con i salumi di Parma, festa assicurata. Emergono dai miei ricordi il Vigna di Cristo e il Sorbara Secco di Cavicchioli anche se il mio cuore va al Grasparossa della stessa Casa. Per Medici Ermete ricordo i Lambrusco Reggiano Concerto e Quercioli. Ma negli ultimi anni l’Emilia Romagna è andata ben oltre il Lambrusco. Si prendano i vini di San Patrignano, Il Monte Pirolo (Blend di Cabernet e Merlot) e l’Avi (uno dei migliori Sangiovese di Romagna che abbia assaggiato ) denotano la classe di questa grande Cantina. E a proposito di Sangiovese il Pruno di Drei Donà mi piacque assai alcuni anni fa (anche se il campione di casa resta il Romagna Sangiovese Superiore Palazza Riserva). Il Michelangiolo della Calonga mi colpì per l’aver saputo unire carattere e sorriso. Terre Rosse della famiglia Vallania è in crescita da tre generazioni: il Rosso di Enrico, un Cabernet Sauvignon che non passa per il legno è il mio preferito. Il Montepulciano in purezza dell’azienda San Valentino è in assoluto uno dei migliori che io ricordi. Il Sangiovese Petrignone di Tre Monti ha un eccellente rapporto qualità – prezzo. Il Nabucco di Pizzarotti è uno sposalizio assai riuscito di Barbera e Merlot. La Malvasia “Sorriso di Cielo” dell’azienda La Tosa di Vigolzone è piacevole e allegrissima. L’Albana Passito Arrocco della Zerbina è un delizioso vino da fine pasto. Insomma l’Emilia Romagna, che passa per essere una regione con modesta vocazione vinicola, ha fior di campioni che rispecchiano il carattere solido e gioviale della sua impagabile gente.