Mercoledì 24 Aprile 2024

Elena Pantaleoni: l'artigiano del Gutturnio

C’è anche una realtà vinicola in Cile L’obiettivo: valorizzare l’uva paìs

botti vino

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RIVERGARO (Piacenza) PIÙ DI UN secolo fa un originale avvocato mise a dimora in Val Trebbiola, nel piacentino, vitigni francesi e assegnò nomi curiosi ai vini, se non altro perché, traducendoli in italiano dalla lingua madre, uscirono etichette come Bordò, Bordò bianco e Pinò: ora negli stessi luoghi si producono bottiglie legate alle uve autoctone come la Malvasia di Candia Aromatica, la Barbera e la Bonarda. L’inversione di rotta è avvenuta quando l’azienda La Stoppa venne acquisita nel 1973 dalla famiglia Pantaleoni che diede una svolta all’impresa che ora dispone di 30 ettari di vigna (oltre a 28 di bosco). A condurre vigna e cantina ora è Elena Pantaleoni. «Nel 1991 sono entrata in azienda – spiega Elena –, anno in cui mia madre si è trasferita in Cile dove ha impiantato un’azienda vitivinicola». Non lontana dal fiume Trebbia, La Stoppa è un’impresa biologica dove si producono poche ma selezionate etichette legate alle uve autoctone Malvasia di Candia Aromatica, Barbera e Bonarda. «Negli anni abbiamo fatto numerose vinificazioni separate per verificare quali si adattassero meglio al microclima della zona – spiega Elena – e questa fase sperimentale ha confermato come siano più vocate le varietà locali tradizionalmente e storicamente presenti nella zona del piacentino». Tutte le operazioni colturali vengono svolte rigorosamente a mano, vendemmia compresa. «Vinifichiamo le uve fresche diraspate in assenza di anidride solforosa e con soli lieviti indigeni – racconta –, poi pratichiamo lunghe macerazioni a temperature variabili a seconda dell’annata, allo scopo di estrarre il massimo dalle uve e di mantenere ben distinte le caratteristiche di ogni vendemmia». OBIETTIVO de La Stoppa è fare vini che possano esprimere le caratteristiche del posto, «privilegiando i vini di lungo invecchiamento che sono atipici per il piacentino – osserva Elena – ma che rappresentano la tipicità per l’azienda La Stoppa in quanto legati a un territorio che ha condizioni pedoclimatiche adatte all’invecchiamento dei vini. Un vino ottenuto in modo meno ‘interventista’ che deve esprimere le caratteristiche del terroir – sottolinea – con un approccio più artigianale che esalti le caratteristiche del vino». ‘Macchiona’ è il gioiello di famiglia, di fatto un Gutturnio riserva prodotto con Barbera e Bonarda in egual parti, un vino che viene affinato in botte grande. «L’annata più recente che abbiamo posto in vendita è il 2011 ed è commercializzato come Igt Emilia rosso – ricorda la Pantaleoni –. Non rivendico la Doc, anche se il mio vino potrebbe esserlo – sostiene – perché ci sono 6 tipologie diverse di Gutturnio a Denominazione di origine controllata. Troppe. Questo fattore genera confusione e non aiuta a dare identità al prodotto in un’area al crocevia tra Emilia, Piemonte, Lombardia e Liguria. Poco possiamo fare per la nostra collocazione geografica, ma a mio avviso serve una revisione totale del disciplinare produttivo».