Mercoledì 24 Aprile 2024

Stregati dall'arte dei cocktail

Quattro barman e una barlady hanno creato altrettanti drink ispirati ai libri vincitori del premio strega: li serviranno alla cerimonia del 5 luglio

Foto: Arina Habich / Alamy

Foto: Arina Habich / Alamy

ROMA, ALLA FINE, ne sono rimasti solo cinque. Tanti, infatti, sono i cocktail – ognuno ispirato a un libro vincitore in passato del premio Strega – che hanno vinto la selezione tra oltre 200 ricette provenienti da tutta Italia e saranno serviti, il 5 luglio prossimo, durante la serata-evento dedicata al prestigioso riconoscimento letterario nella consueta cornice del Ninfeo del museo nazionale etrusco di Villa Giulia, a Roma. A realizzarli, quattro barman e una barlady – o barmaid –, che hanno ovviamente usato un ingrediente fondamentale: il liquore Strega, nato nel 1860 a Benevento, in Campania, dalla distillazione di circa 70 tra erbe e spezie, ormai diventato una vera e propria icona del bere italiano.

I CINQUE DRINK sono Testa dura di Ugo Acampora (che lavora al Twins, cocktail, wine, coffee di Napoli) ispirato al libro ‘Il desiderio di essere come tutti’ di Francesco Piccolo (vincitore dello Strega nel 2014); Ancora una volta di Jonathan Bergamasco (barman del Caffè Imperiale di Vercelli), ispirato a ‘La strada per Roma’, di Paolo Volponi (Strega 1991); Ottovolante di Gianluca Di Giorgio (che lavora al Bocum Mixology di Palermo), ispirato a ‘Vita’ di Melania Gaia Mazzucco (premiato nel 2003); Il compositore stregato di Edoardo Nervo (del Les Rouges di Genova), ispirato a ‘I bei momenti’ di Enzo Siciliano (Strega 1998); Cosmo Stregato di Solomiya Grytsyshyn (che lavora al Chorus Cafè di Roma, uno dei pochi ‘Bond bar’ al mondo), ispirato a ‘Microcosmi’ di Claudio Magris (vincitore del premio letterario nel 1997). E proprio la partecipazione femminile è una delle caratteristiche del contest: una ricetta su dieci tra quelle pervenute è infatti stata creata da una barlady.

UNA FIGURA che ormai non può essere più considerata un’eccezione, come spiega proprio Solomiya Grytsyshyn: il mondo della mixology «sembra ancora molto maschile, ma stanno cambiando tante cose e si affacciano nuove figure di spessore dietro i banconi – commenta la professionista di origine ucraina –. Io stessa spero di poter consolidare, entro pochi anni, la mia figura in quest’arte e vedere un’esponenziale crescita di donne in tutti i cocktail bar». Solomiya ha iniziato la carriera all’Hotel De Russie di Roma. «Lì ho preso confidenza con la sala e l’assistenza al banco bar – racconta la ragazza –, fin quando questo colorato mondo di alchimie mi ha conquistata del tutto. Poi ho seguito il barman Massimo D’Addezio nel suo progetto romano del Chorus Cafè e ho iniziato a far crescere questa passione che mi fa sentire sempre più come una ‘streghetta’, capace di stregare tutti con le proprie pozioni».