Mercoledì 24 Aprile 2024

Fascino Bracchetto

Nell'arco delle festività boom di vendite del Bracchetto d'Acqui. Successo del nuovo rosè. Via agli imbottigliamenti anche in Emilia Romagna e Lombardia.

CALICI DI STELLE

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«SICURAMENTE il Brachetto d’Acqui è un vino per le feste e in questo periodo ci sono vendite importanti come è stato tutti gli anni. È, infatti, un vino che si beve con i dolci, quindi è per eccellenza il vino per qualsiasi festa in famiglia. Oggi stiamo cercando di far conoscere maggiormente il prodotto per dargli un consumo maggiore, per esempio anche d’estate servito con il ghiaccio». Sono le parole di Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di tutela del Brachetto d’Acqui. Ma, per riscoprire questo vino, i produttori di Brachetto sono andati oltre. «Abbiamo pensato che, essendo il Brachetto un’uva dove per tirare fuori il colore ci vuole una vinificazione particolare, l’elemento rosé poteva essere indicato per questo prodotto. Così, quest’anno è stata la prima vendemmia importante in cui le aziende hanno cominciato a produrre del rosé. E’ sicuramente un prodotto a tutto pasto, che si beve in occasioni diverse e anche da aperitivo, quindi ha un consumo decisamente maggiore», spiega. «Oggi noi ci aspettiamo di chiudere l’arco delle festività con 200mila bottiglie - sottolinea - e pensiamo in due anni di riuscire ad arrivare a 1 milione di bottiglie prodotte di Acqui rosé». Anche perché, ricorda il presidente, «il Consorzio ha aperto gli imbottigliamenti all’esterno del Piemonte, quindi oggi si può imbottigliare l’Acqui rosé in Lombardia e in Emilia: questo per avere più aziende che portino avanti il nostro discorso, essendo l’unica Docg rosé esistente sul mercato». Il Consorzio, nato ufficialmente nel 1992 ad Acqui Terme e che si occupa oltre che del Brachetto d’Acqui Docg anche della tutela del vino Dolcetto Doc, è stato il principale promotore del conferimento della Docg al Brachetto d’Acqui, ottenuta nel 1996. Tra i grandi vini piemontesi, il Brachetto d’Acqui si distingue per un disciplinare che restringe la zona di produzione a circa 1.115 ettari sulle colline dell’Alto Monferrato e che comprendono 26 comuni intorno ad Acqui Terme. Pur così esiguo, il vigneto del Brachetto d’Acqui è coltivato da oltre 750 viticoltori, ognuno con una media di circa 1.8 ettari. La resa per ettaro definita dal disciplinare è di 80 quintali con una potenzialità pari a circa 10 milioni di bottiglie. Al Consorzio aderiscono 18 aziende produttrici, 18 cantine cooperative e 24 aziende di imbottigliamento e la produzione totale ammonta, al momento, a 4,2 milioni di bottiglie prodotte. Per il 60% viene consumato in Italia (in particolare al Centro-Sud), mentre all’estero soprattutto negli Stai Uniti (30%). Grazie alla sua gradazione alcolica contenuta, il Brachetto d’Acqui ben si presta ad accompagnare soprattutto i dessert e la frutta. Ottimo con le fragole fresche o le pesche di stagione. E il Brachetto d’Acqui è molto apprezzato nella preparazione di cocktail, aperitivi e long drinks. Al Brachetto si è affiancata, dunque, a partire dalla vendemmia 2017, la produzione di Acqui Docg rosé ‘dry’, una novità nella tipologia sia spumante che vino, dal tenore zuccherino limitato. L’Acqui docg Rosé Spumante è ottenuto con il Metodo Matinotti-Charmat.