Il nettare che verrà

Dal Pinot grigio delle Venezie al Nero d'Avola di Sicilia e al Trento doc: giunti a metà vendemmia, gli esperti pronosticano un'annata di grande qualità

Vigneti

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MILANO, PER ORA solo un dato è certo: 32,5 milioni di ettolitri di vino stanno già nelle cantine del Belpaese. Lo dice il bollettino del Registro telematico, dati aggiornati al 30 settembre, mentre nelle campagne la vendemmia delle uve bianche è praticamente finita e quella delle varietà rosse durerà ancora due o al massimo tre settimane, a seconda delle zone. Siamo a più di metà, quasi due terzi della raccolta, se teniamo fede alle previsioni finali fatte da UIV-Unione Italiana Vini e Assoenologi che hanno stimato per il millesimo 2018 tra i 49 (UIV) e i 55 milioni di ettolitri. Si tratta, per oltre la metà, di vini Dop, (17,6 milioni di ettolitri), cui si aggiungono 8,1 milioni di vini Igp, e 6,7 milioni di ettolitri di vini senza denominazione. Con 7,7 milioni di ettolitri in cantina, il Veneto si conferma la Regione più «ricca» in assoluto, seguita dalla Toscana a quota 4,2 milioni di ettolitri, dal Piemonte con 3,4, dall’Emilia Romagna con 3,3 milioni di ettolitri, e dalla Puglia con 2,7.

DAI TERRITORI arrivano segnali positivi. Tra Friuli, Trentino e Veneto sono oltre 20mila gli ettari di Pinot grigio Doc delle Venezie giunti alla seconda vendemmia. Un vino-vitigno che ha conquistato i consumatori di tutto il mondo, esportato al 95% con un potenziale di 100 milioni di bottiglie.

«È LA NOSTRA prima vendemmia di Pinot grigio solo Doc che celebriamo con una qualità media molto buona ed una gestione del potenziale produttivo da parte del Consorzio che ci fa guardare con grande fiducia e serenità ai mercati», commenta il presidente del Consorzio Doc delle Venezie, Albino Armani. Dalla Sicilia si parla di quantità in calo ma con un’ottima qualità. Il presidente del Consorzio Doc Sicilia, Antonio Rallo, sottolinea che «l’obiettivo dei 50 milioni di bottiglie di vini Doc Sicilia è stato raggiunto in soli sette mesi: un traguardo da record per i produttori che imbottigliano seguendo le regole del disciplinare».

A TRAINARE l’aumento del numero di bottiglie, continua Rallo «sono principalmente due vitigni: il Grillo, che a luglio ha sfiorato i 10 milioni di bottiglie, e il Nero d’Avola, che nei primi sette mesi del 2018 è salito a quasi 23 milioni di bottiglie prodotte». Tornando al Nord, nel territorio bianchista del Lugana (sponda sud Lago di Garda), le uve Turbiana raccolte coniugano quantità e qualità. È ottimista l’enologo Roberto Girelli (Cantina Montonale): «Le analisi mostrano valori incoraggianti: acidità perfetta, struttura e mineralità». E intanto la maison di Desenzano festeggia i 91/100 assegnati da Wine Spectator a Orestilla 2016, il Lugana monocru di casa Girelli.

IL TRENTINO intanto affila le armi nella competizione sulle bollicine di altissima gamma. Le Cantine Ferrari hanno lanciato il Giulio Ferrari Rosé, un’esclusiva Riserva Trentodoc che testimonia l’ossessione per l’eccellenza e l’indissolubile legame con il territorio della casa trentina. Sintesi di Pinot Nero e Chardonnay, il nuovo Super-Trentodoc nasce solo negli anni degni di una grande Riserva. La prima annata è un millesimo 2006, quindi undici anni in affinamento sui lieviti. Proposto in sole 5mila bottiglie, il Giulio Ferrari Rosé è destinato all’alta ristorazione e alle enoteche più esclusive in Italia e nel mondo.

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