Sabato 12 Luglio 2025
FRANCESCO MORONI
Turismo

Michele de Pascale: "Da Venezia a Firenze, città d’arte inaccessibili. Siamo noi il futuro"

Il presidente della Regione: "Vedo sovraffollamento e visite in massa, mentre qui numeri di seconda fascia e un patrimonio di prima categoria. Serve ’svecchiare’ certi prodotti e avviare una rigenerazione alberghiera".

Il presidente della Regione: "Vedo sovraffollamento e visite in massa, mentre qui numeri di seconda fascia e un patrimonio di prima categoria. Serve ’svecchiare’ certi prodotti e avviare una rigenerazione alberghiera".

Il presidente della Regione: "Vedo sovraffollamento e visite in massa, mentre qui numeri di seconda fascia e un patrimonio di prima categoria. Serve ’svecchiare’ certi prodotti e avviare una rigenerazione alberghiera".

Michele de Pascale, presidente della Regione, cosa racconta il turismo in Emilia-Romagna in questo particolare momento storico?

"La nostra è una regione caratterizzata da tanti elementi di attrazione turistica molto diversi fra loro, che in alcuni casi si integrano e cooperano e in altri viaggiano in maniera indipendente su binari diversi – risponde il governatore –. In questo senso, i diversi prodotti presentano dinamiche molto diverse tra loro".

Di che tipo?

"Le città d’arte stanno vivendo un trend di crescita nazionale e anche l’andamento emiliano romagnolo è molto forte. Bologna, ovviamente, è l’elemento più evidente, nel senso che il flusso turistico nato negli ultimi 10 o 15 anni prima quasi non esisteva".

Le altre città stanno vivendo trasformazioni differenti?

"Ravenna, Ferrara, le città lungo la Via Emilia hanno a loro volta numeri in crescita e sono quelle che, indiscutibilmente, presentano potenziale e margini di crescita maggiori".

Perché?

"Perché le grandi capitali del turismo artistico e culturale italiano sono tutte palesemente in overtourism. In questi casi sì, il termine appropriato. E se l’Italia vuole crescere non può che puntare su questa rete di città".

Qualche processo è già stato messo in campo?

"In questo momento non si vedono strategie nazionali, ma laddove ci fossero, non potrebbero che puntare su città che hanno un patrimonio di prima fascia e numeri di seconda fascia".

In che modo?

"In un Paese come Italia può vantare Firenze, Venezia, Roma. Ma, nel momento in cui queste città diventano inaccessibili, allora le città con margini significativi diventano ancora di più un patrimonio. Abbiamo altri prodotti con margine di crescita, poi, ma sui quali c’è da reinventare una strategia".

Mi dica meglio.

"Penso al ‘turismo verde’...".

È poco valorizzato?

"Tanto in Appennino, quanto per nele aree di pianura, fino al Delta del Po: il prodotto c’è, ma stiamo lavorando a determinati obiettivi in questo mandato per rafforzarel’ identità turistica territoriale che oggi vive prevalentemente di escursionismo".

Poi?

"C’è un altro elemento, che tocca Rimini più da vicino".

Quale?

"L’offerta balneare della nostra costa".

Il quadro attuale cosa racconta?

"È evidente che siamo davanti a numeri imparagonabili rispetto al resto dei prodotti regionali, ma la necessita di innovazione e di cambiamento è molto forte".

In cosa deve tradursi?

"Viviamo un momento nel quale la Riviera romagnola deve sapersi ripensare".

Come?

"Parliamo di un prodotto più maturo che deve rinfrescarsi. Rimini, più di altri, è stata capace di mettere in campo una innovazione in questi ultimi anni".

Qualche esempio?

"Uno è quello dell’utilizzo 365 giorni l’anno, quindi con grandi investimenti sul settore fieristico e congressuale: sono molto importanti. Poi ci sono le grandi manifestazioni e gli eventi sportivi che hanno caratterizzato l’Emilia-Romagna in questi anni".

Il prossimo passo?

"Siamo pronti e maturi per diventare un hub ancora più strutturato quando si parla di eventi sportivi".

Capitolo infrastrutture e trasporti, cosa dice?

"La strategia aeroportuale su Rimini sta dando risultati molto importanti. C’è bisogno di potenziare la rete, è fondamentale".

L’ipotesi di una rete condivisa regionale continua a far parlare di sé.

"Questo discorso vale per l’aeroporto di Rimini tanto quanto per il terminal delle crociere di Ravenna, un polo di attrazione. Ma vale anche per le connessioni forti e strutturate con Milan, con la Lombardia, con la Germania, sia per la rete ferroviaria, che per gli aerei e le crociere".

Quali i punti neri su cui occorre agire diversamente?

"Dobbiamo rendere più facile e più comodo raggiungere la Riviera romagnola. E c’è un altro aspetto che mi preme molto sottolineare".

Quello delle strutture ricettive?

"La rigenerazione alberghiera. Ricordo che a settembre apriremo un cantiere su questo fronte".

Con l’obiettivo di arrivare a quale programmazione?

"Qualcuno ripete un vecchio adagio romagnolo che dice ‘Turismo è dormire una notte’. Ovvero: per avere davvero turismo si deve pernottare sul territorio almeno una notte, altrimento l’indotto economico è molto inferiore".

Quali strategie per spingere in questa direzione, dunque?

"In questo senso abbiamo bisogno di aprire una nuova stagione alberghiera con strumenti e risorse più forti per, poter innovare e rinnovare aule, strutture, spazi. Da settembre ci impegneremo concretamente per dare una scossa in questo senso".