Giovedì 17 Luglio 2025
FRANCESCO MORONI
Turismo

Jamil Sadegholvaad: "Nessuno si salva da solo. In Romagna mix vincente"

Il sindaco di Rimini traccia la rotta per affrontare i grandi cambianti della Riviera: "Superare la guerra dei campanilismi e la frattura pubblico-privato per crescere".

Il sindaco di Rimini traccia la rotta per affrontare i grandi cambianti della Riviera: "Superare la guerra dei campanilismi e la frattura pubblico-privato per crescere".

Il sindaco di Rimini traccia la rotta per affrontare i grandi cambianti della Riviera: "Superare la guerra dei campanilismi e la frattura pubblico-privato per crescere".

Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, "il motore dell’Italia che riparte tra innovazione, sostenibilità e identità territoriale". Questo è il sottotitolo dell’evento di QN Distretti: in cosa si traduce secondo lei per Rimini?

"Per me si traduce così – risponde il primo cittadino –: se pensiamo che in questo momento, nel mondo, la concorrenza si possa fronteggiare e soprattutto vincere facendo la corsa tra territori limitrofi... Credo che il risultato finale sia scontato".

Qual è la strada da percorrere, allora?

"Sino a qui la fortuna turistica di Rimini e della Riviera romagnola è stata costantemente la capacità di comporre e proporre un mix inimitabile tra tradizione e capacità di creare nuove tendenze, tra spontaneità e filiere industriali, tra clienti fedeli e nuovi potenziali mercati. Dire che dobbiamo essere capaci anche per il futuro di fare lo stesso può essere un vuoto slogan, se non assumiamo la consapevolezza che a un mondo nuovo, un mondo spinto oggi da un feroce cambiamento, si possa rispondere inerzialmente ‘rimaniamo noi stessi’".

Occorre cambiare, quindi?

"Certo, non bisogna perdere identità, ma presentare le potenzialità e le eccellenze con il dinamismo, la comunicazione, la sperimentazione, la connessione con tutto ciò che respira e aspira il mondo che servono in questa precisa fase storica. Mi si permetta un paradosso".

Mi dica pure.

"Che senso ha leggere ancora adesso l’andamento della stagione turistica attraverso dati mensili e scorporati per Comuni che distano l’uno dall’altro 5 chilometri, quando la competizione è ormai tra interi Stati, se non Continenti?".

Il turismo in Romagna è trainante. Quali i punti di forza e quali gli aspetti su cui fare meglio?

"Ai punti di forza aggiungo questa insolita capacità di non stare mai fermi e dunque di superare in tempi rapidi i cambiamenti e gli ostacoli che l’epoca o il destino ci mettono davanti".

Qualche esempio?

"Gli esempi sono innumerevoli. Parafrasando la celebre poesia quante volte dal Dopoguerra hanno dato per finito il nostro turismo e quante volte siamo andati oltre, con il lavoro e la creatività, a un limite o a un problema considerato insormontabile? Detto ciò, non è il caso di sedersi sugli allori. La famosa frase che si diceva sino agli anni Novanta a Rimini du vot chi vaga?, dove vuoi che vadano i turisti se non qui, è ormai nel mondo globalizzato e dei voli low cost un pezzo di inutile e fuorviante antiquariato. Non cito a caso il tema dei voli perché è proprio la logistica, logistica nazionale intendo, una delle principali aree di miglioramento".

Cosa fare?

"L’Italia, che è un Paese lungo e stretto, ha bisogno di reti trasportistiche fitte e moderne, non esclusivamente concentrate su quattro o cinque città d’arte. Rotte, treni, autostrade, collegamenti tra mare ed entroterra, tra città e città, tra una regione e l’altra. Faccio un esempio: il Giubileo di Roma deve essere un’occasione di promuovere per far rimanere in Italia il turista, avendo come base la capitale con la possibilità di viaggiare su mezzi efficienti a Napoli, Firenze, Rimini e Bologna".

Cosa chiedete al governo o alle altre istituzioni in merito al settore per sistemare quello che non va?

"Abbiamo detto infrastrutture in primis, che significa accostarsi in termini di politica industriale al turismo italiano. L’ospitalità nel nostro Paese vale quasi il 13 per cento del PIL e muove milioni di occupati, direttamente e come indotto. Merita dunque un’alta considerazione progettuale, che però parte dalla considerazione come il turismo non sia un fenomeno effimero e spontaneo, ma vada organizzato, sistematizzato, industrializzato. Prevedendo, aggiungo, un sostegno industriale, così come si sostiene l’industria metallurgica o quella automobilistica. Ma se oggi dovessi soffermarmi su una cosa indispensabile per il nostro turismo direi questo".

Un bilancio degli ultimi anni?

" Gli ultimi due anni, per la Riviera romagnola e per tutto il comparto balneare del Paese, hanno segnato una contrazione della vacanza da parte degli italiani. E la ragione è molto semplice: l’inflazione, la crescita dei costi energetici e in generale di ogni spesa primaria per le famiglia, sta intaccando non tanto il desiderio, ma la possibilità stessa di andare in villeggiatura. Si continua a fare vacanza, magari di cinque giorni invece che una settimana. Quei due giorni in meno moltiplicati per flussi consistenti di arrivi fanno a fine anno 4 o 5 milioni di pernottamenti in meno. La differenza esatta dunque tra una stagione andata benissimo o una malissimo. Tornare a stimolare i consumi attraverso l’aumento di produttività e la crescita degli stipendi, ammortizzando dunque il Pac Man inflattivo, credo sia la migliore misura per sostenere anche l’industria turistica. Occorrono scelte forti a Roma, non un traccheggiamento".

L’evento QN Distretti come si inserisce in tutto questo?

"Occorrono, anche in una regione leader coma la nostra, spazi e opportunità per confrontarsi assieme, per definire e condividere strategie e obiettivi. Se nessuno si salva da solo, non è certo con la guerra dei campanili o con la frattura ‘pubblico-privato’ che possiamo pensare di mantenere la nostra competitività internazionale. Rimini partecipa con la sua esperienza, la sua forza, la propria capacità di innovare in connessione con un mondo che cambia: si pensi solo al nuovo Parco del Mare, realizzato assorbendo misure e strumenti innovativi di contrasto al climate change".