Sabato 20 Aprile 2024

Sotto il segno dell’economia circolare

Paolo Rota, di Confindustria Bergamo: cambio di passo da parte delle aziende. Un bene per l’ambiente e anche per la competitività

Paolo Rota, presidente del Gruppo Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Bergamo

Paolo Rota, presidente del Gruppo Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Bergamo

BERGAMO

di Annamaria Lazzari

La plastica sotto il segno dell’economia circolare, come riciclo di materiale e anche fonte di energia. Secondo Paolo Rota che dal 2018 ricopre la carica di presidente del Gruppo Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Bergamo - a cui aderiscono 111 aziende, con oltre 9mila addetti complessivamente – la traiettoria intrapresa dalle imprese del settore è "green". "Fra le aziende c’è stato un autentico cambio di passo negli ultimi anni in direzione della sostenibilità che si configura come leva competitiva. Realizzare prodotti con materiale di riciclo, perseguire politiche certificate di sostenibilità, adottare i princìpi dell’economia circolare non solo fa bene all’ambiente ma è diventato strategico per competere sul mercato", spiega l’ingegner Rota che è anche numero uno del Cesap, Centro Europeo di Sviluppo Applicazioni dei Polimeri, partecipato da Confindustria Bergamo, nonché presidente del gruppo del gruppo Lebogest, cui fa capo ICC Italian Cable Company, con sede a Bolgare.

"Molte aziende che producono materie plastiche sono impegnate nel recupero del materiale, sviluppando sottoprodotti o delle materie prime secondarie dagli scarti della propria produzione. Questa fase in produzione è molto avanzata. In molti casi il processo avviene all’interno dell’azienda ma stanno nascendo anche operatori specializzati nel recupero di materiale che viene reinserito in produzione. Per poliammidi - quello che viene comunemente chiamato nylon – il ciclo di riutilizzo è completo: è possibile cioè riciclare, internamente o attraverso lavorazioni esterne, il 100% del nylon scartato per un suo riutilizzo. Grazie ai progressi della ricerca, inoltre, si è aperta una frontiera che fino a qualche anno fa pareva tecnicamente “impossibile“. Mi riferisco al riciclo della gomma. Per molto tempo il processo di vulcanizzazione degli elastomeri (ossia l’operazione mediante la quale la gomma naturale perde le proprie caratteristiche essenzialmente plastiche per acquistare quelle di un materiale essenzialmente elastico e poco rigonfiabile a contatto di solventi organici ndr) è stato giudicato irreversibile: invece negli ultimissimi anni si è sviluppata una tecnologia per rendere il processo reversibile, tornando al materiale non vulcanizzato, per riciclarlo di nuovo in produzione. Proprio il territorio bergamasco si è dimostrato all’avanguardia a livello europeo, per l’impiego e la diffusione di questo tipo di tecnologie". Esistono diversi procedimenti per il riciclo della plastica. Se attraverso il riciclo meccanico la plastica smaltita viene triturata e trasformata in nuovi prodotti è in fase di grande sviluppo il riciclo chimico delle plastiche, ossia la loro trasformazione in polimero vergine. Fra le nuove frontiere più interessanti, sul lato end-user, il riciclo del miscuglio indistinto di plastiche mischiate, il cosiddetto plast-mix, che rappresenta circa un terzo della plastica da riciclo, finora destinato alla discarica". Continua: "Una possibile soluzione passa attraverso il recupero del plast-mix per creare nuovi prodotti. Ma sta prendendo quota – anche a causa della recente crisi energetica - l’utilizzo del plast-mix a fini dell’energia, grazie a termovalorizzatori di nuova generazione a basse emissioni che consentono un notevole risparmio di combustibili fossili come gas e petrolio. Grazie ai progressi della ricerca in ambito pubblico, privato e consorziato, il rifiuto è diventato una risorsa energetica, oltre che materiale. L’unica follia sarebbe continuare a gettare la plastica in discarica, coi problemi di inquinamento che ne conseguono", rimarca Rota.