La scuola dà la cittadinanza? I figli degli immigrati in attesa sono circa ottocentomila

Migration

Il conteggio parla di circa 800mila ragazzini stranieri che avrebbero diritto alla cittadinanza italiana per essere arrivati sul nostro suolo prima dei dodici anni e aver nel frattempo completato un ciclo quinquennale di scuola. Archiviato lo Ius Soli, la politica si confronta sullo Ius Scholae. Il Pd ne fa una priorità e afferma sui manifesti "Chi studia in Italia è italiano", che altro non è che la versione light dello Ius Soli applicato ai figli nati in Italia da immigrati con permesso di lungo soggiorno. Anche per il Movimento 5S è diventato un cavallo di battaglia tanto che l’estensore dell’ultima versione della legge sulla cittadinanza è il grillino Giuseppe Brescia. Ricorda la deputata pentastellata Vittoria Baldino: "Lo Ius Scholae è un punto di mediazione per avere il consenso anche di parte del centrodestra". Quando Giorgia Meloni era ministra della Gioventù si era pure lei, infatti, espressa per lo Ius Scholae ma la cittadinanza poteva arrivare solo al compimento del 18esimo anno e se si fosse completato un intero ciclo di studi nel nostro Paese, ovvero 8 o 10 anni. La Lega è sempre stata contraria e lo ha ribadito in ogni contesto. Più aperturista la posizione di Forza Italia che con Renata Polverini, ex sindacalista dell’Ugl, ha presentato una proposta di legge sovrapponibile in molti punti a quella in discussione alla Camera e sostenuta da Pd, M5Stelle, renziani e sinistra. In pratica sì allo Ius Scholae se il ciclo di studi compiuto è di 8 anni, ovvero tutta la scuola dell’obbligo. "Lo Ius Scholae è normale", sostiene anche Carlo Calenda, leader di Azione, "perché se un bambino arriva in Italia, frequenta la nostra scuola, si forma qui come cittadino, è normale anche che lo diventi per la legge".

Netta la presa di posizione della Cei attraverso il presidente, il cardinale Matteo Maria Zuppi. "Lo Ius Scholae è un passo per uscire dall’approccio emergenziale e assistenziale e affrontare il fenomeno migratorio in modo strutturale". L’arcivescovo della diocesi bolognese è in piena sintonia con il Comune che ha istituito per Statuto lo Ius Soli riconoscendo la cittadinanza onoraria a bambini di genitori stranieri nati in Italia, o nati all’estero ma che abbiano completato un ciclo scolastico.