Martedì 16 Aprile 2024

Autopromotec e Ice per rilanciare l’automotive

Intervista a Carlo Ferro, presidente dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane

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di Marco Principini

Imprese italiane ed export hanno un rapporto indissolubile. come l’export ha contribuito a far ripartire il sistema paese dopo la pandemia, quali sono i numeri?

"L’export di beni e servizi rappresenta oltre il 30% del PIL italiano ed è stato l’unico driver della ripresa dopo la crisi del 2008. Oggi, numeri alla mano, i dati testimoniano i risultati della capacità delle imprese esportatrici italiane, e anche un po’ il supporto del ‘sistema Paese’: le nostre esportazioni sono cresciute, nel 2021, del 7.5% rispetto al 2019, periodo pre-pandemia. Alla soddisfazione per i risultati raggiunti e alla consapevolezza delle nuove sfide dei mercati post-pandemia, si è aggiunta la preoccupazione legata agli scenari geopolitici globali, e al dramma umanitario in corso, la cui crescente complessità è sotto gli occhi di tutti".

Nuove minacce gravano sui commerci, prima tra tutte il conflitto in Ucraina. Quali le preoccupazioni maggiori per i produttori italiani, specie di beni industriali come quelli esposti ad Autopromotec?

"Il mercato dell’auto europeo sta attraversando un periodo di crisi, questa volta dovuto a deficit di offerta. Nel 2021, la filiera automotive ha dovuto fare i conti con due fenomeni: la crisi dei chip, risultato della miopia nelle politiche di investimento dei produttori di semiconduttori, e oggi di altri componenti, come i cablaggi, a causa della guerra. Catene di fornitura sempre più complesse, aspetti geopolitici, prezzi delle materie prime instabili rendono le aziende più vulnerabili in caso di discontinuità delle forniture. L’impatto è stato importante anche per l’automotive, con aumenti a doppia cifra per alluminio, rame, nichel e ferro, ma anche litio e cobalto. Queste urgenze di breve termine arrivano proprio quando l’industria dovrebbe poter affrontare con visione gli investimenti e lo sviluppo di capitale umano per affrontare progressivamente la trasformazione verso veicoli connessi, autonomi ed ecosostenibili".

ICE e MAECI rinnovano il loro accordo per la promozione internazionale di Autopromotec. Con quali aspettative?

"Autopromotec rappresenta da oltre 50 anni il punto di incontro di produttori e operatori del settore perché accoglie tutte le aree dell’aftermarket e ospita ora anche alcune realtà del più ampio mondo della mobilità, in epoca di transizione sostenibile. Il rinnovato sostegno di ICE Agenzia mira a contribuire all’ulteriore sviluppo e consolidamento della manifestazione in Italia e all’estero".

Ad Autopromotec, ICE Agenzia coordinerà l’arrivo di quasi 100 buyers da oltre 20 mercati extraeuropei, è un grande traguardo. Com’è stata la ripartenza post pandemia? Cosa state facendo per aiutare le imprese verso quei mercati interessati dalla tensione militare in corso?

"In un quadro geopolitico del commercio internazionale che è in fase di ridefinizione, ICE Agenzia è ancor di più vicina ai settori produttivi. Abbiamo destinato uno stanziamento di 15 milioni per accompagnare gli esportatori verso Russia, Bielorussia e, purtroppo, Ucraina, nella diversificazione su mercati alternativi. E, più in generale, stiamo accelerando l’azione di supporto verso digitale e sostenibilità, le nuove sfide di cui parlavo".

Dal suo punto di osservazione, come vede il futuro degli incontri commerciali B2B? Torneranno tutti in presenza o una parte di loro rimarrà fedele alla modalità virtuale?

"Oggi è più che mai chiaro che non avremo un mero ritorno al passato. Le due modalità, ‘digitale’ e ‘in presenza’ si integrano in modo fluido, come abbiamo già visto per gli eventi fieristici e per le manifestazioni che si sono tenuti in questo periodo. Noi di ICE abbiamo lanciato in questi ultimi due anni un progetto, Fiera Smart 365: uno strumento digitale che aiuta il sistema fieristico ad ampliare il proprio segnale nello spazio e nel tempo, raggiungendo sul web un maggior numero di buyer e di influencer e prolungando nel tempo, 365 giorni all’anno, la relazione tra gli operatori che si sono incontrati in fiera".

In conclusione, quali nuovi servizi hanno messo in campo ICE Agenzia e la sua rete di uffici per espandere il business delle aziende italiane all’estero, in particolare le PMI?

"In questo scenario, il supporto del Sistema Paese ha giocato e gioca un ruolo importante. Noi di ICE, nell’ambito del Patto per l’Export voluto dal ministro degli Affari esteri, abbiamo messo in campo 19 nuove azioni: per ammodernare (nella formazione digitale, nell’e-commerce, nella sostenibilità e tracciabilità di filiera) e per rendere più fruibili alle PMI i servizi di assistenza all’internazionalizzazione. Molto brevemente, 11 di queste azioni riguardano il digitale, che è un abilitatore dei processi a tutto campo: dalle piattaforme digitali per fiere e B2B, all’aver portato 7100 PMI sul commercio on-line in 31 mercati esteri, all’impiego di tecnologie blockchain per la tracciabilità del prodotto, iniziativa che incrocia anche il mega-trend della sostenibilità. Sei iniziative riguardano la formazione e le start-up, per aiutare ad affrontare la sfida delle competenze e dell’innovazione; e sei mirano a facilitare sul territorio la fruibilità dei servizi per le PMI, che sono strutturalmente meno attrezzate ad affrontare le sfide della transizione ai nuovi scenari di mercato".