Sprint per lo sviluppo delle energie rinnovabili per favorire la ripresa dell’economia

Governo / Misure per contenere costi dell’energia e del gas, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali

Le misure introdotte ammontano a quasi 8 miliardi

Le misure introdotte ammontano a quasi 8 miliardi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Le norme introdotte mirano a sostenere la ripresa economica e a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno dispiego. Le misure ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 saranno destinati a fare fronte al caro energia e la restante parte invece a sostegno delle filiere produttive che stanno soffrendo maggiormente in questa fase. Nel dettaglio, l’intervento si divide in due parti: emergenza, ovvero misure per calmierare nel breve tempo i costi delle bollette energetiche; prospettiva, misure che consentano nel futuro di evitare altre crisi come quella in corso, per esempio con l’aumento della produzione nazionale di energia. Per quanto riguarda la parte “Emergenza”, il governo è già intervenuto per ridurre la pressione per il “caro bollette” con 1,2 miliardi (III trimestre 2021), 3,5 miliardi (IV trimestre 2021) e 5,5 miliardi (I trimestre 2022). Con questo nuovo decreto vengono prorogate le misure già in essere, come l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW, nonché alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico, la riduzione dell’Iva al 5% e degli oneri generali per il settore gas, il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie con ISEE di circa 8.000 euro o di 20.000 nel caso di famiglie numerose e il credito d’imposta per le imprese energivore. Viene inoltre introdotto un nuovo contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, in favore delle imprese gasivore. Per quanto riguarda la “Prospettiva”, il decreto include un poderoso programma di accelerazione sul fronte delle sorgenti rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico, con un intervento di semplificazione per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali. Inoltre è previsto l’incremento della produzione nazionale di gas allo scopo di diminuire il rapporto importazione/produzione da utilizzarsi a costo equo per imprese e PMI. Il provvedimento comprende anche un pacchetto di norme per aumento e ottimizzazione dello stoccaggio di gas. È previsto l’aumento della produzione di carburante sintetico e supporto al suo utilizzo in settori strategici, come ad esempio trasporti e aerei. Inoltre, è stato approvato un decretolegge che introduce misure urgenti per il contrasto alle frodi in materia edilizia e sull’elettricità prodotta da impianti da fonti rinnovabili. La disposizione prevede che sarà possibile cedere il credito per tre volte e solo in favore di banche, imprese di assicurazione e intermediari finanziari e che lo stesso non possa formare oggetto di cessioni parziali successivamente alla prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate. A tal fine viene introdotto un codice identificativo univoco del credito ceduto per consentire la tracciabilità delle cessioni. Rilancio delle politiche industriali e sostegno alle regioni Focus / Il decreto interviene anche su settori interessati da grandi trasformazioni Per quanto attiene al sostegno alle filiere produttive, il decreto interviene su due settori in particolare che sono interessati da grandi trasformazioni in corso: automotive e microprocessori. Per quanto riguarda il primo settore, il provvedimento stanzia risorse pluriennali, fino al 2030, con l’obbiettivo di favorire la transizione verde, la ricerca, la riconversione e riqualificazione dell’industria del settore automotive. Inoltre sono previsti incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti. Per quanto riguarda il secondo, invece, sono previsti fondi pluriennali, fino al 2030, per la produzione nazionale di microchip. Inoltre, viene ampliato l’ambito di interventi di riqualificazione e adeguamento strutturale delle competenze dei lavoratori finanziabili con il Fondo nuovo competenze e si incrementa il fondo per l’adeguamento dei prezzi, inserendo specifiche norme in materia di revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici in essere. Infine, il decreto prevede stanziamenti a favore delle Regioni, in particolare per far fronte alle maggiori spese relative alla crisi pandemica, e ai Comuni che stanno affrontando l’aumento dei costi per l’illuminazione. La geotermia in Italia: una grande opportunità di sviluppo in ottica sostenibile Dati / Il paese produce 6 terawattora l’anno, il 5% dell’energia green nazionale L’Italia ha un potenziale di energia geotermica estraibile e sfruttabile che si stima valga tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente. Vale a dire, tra i 5.800 e i 116mila terawattora di energia, a fronte di un fabbisogno annuo di poco superiore ai 300 terawattora. Rinnovabile, pulita e di fatto inesauribile, l’energia sprigionata sotto forma di calore della Terra occupa invece un ruolo ancora relativamente marginale nel paniere italiano dell’energia, fermandosi a qualche punto percentuale appena. Nonostante questo, l’Italia si colloca tra i principali produttori di energia geotermica a livello europeo, oltre che nel contesto mondiale. A fare da volano è la naturale ricchezza di risorse geotermiche, perché in diversi punti della penisola si concentrano molte sorgenti naturali di acqua calda, pronte per essere sfruttate come elementi chiave della transizione energetica nazionale verso le fonti green. La regione che più di tutte rappresenta la geotermia italiana è la Toscana: a partire da Larderello, che oggi ospita il più grande impianto geotermico d’Europa, nel corso dei decenni il numero di impianti geotermici regionali è cresciuto fino a raggiungere più di una trentina. La maggior parte dell’energia geotermica toscana proviene dal calore che deriva dall’intrusione di un plutone magmatico sotto il complesso vulcanico del Monte Amiata. I tre grandi attori del comparto geotermico a livello europeo sono Italia, Islanda e Turchia. Con un totale di 1.086 megawatt di potenza installata secondo l’EGEC geothermal market report 2020, l’Italia spicca rispetto a tutti gli altri Paesi del centro e del nord Europa. Basta pensare che la Francia non arriva nemmeno a 700 megawatt, la Germania sfiora i 400, la Spagna è sostanzialmente a zero (3 megawatt, per la precisione) e il Portogallo è a 33