 Prenotazione di un servizio di car sharing con lo smartphone

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Da un’economia basata sul possesso di un bene all’economia della condivisione. La sharing economy, all’inizio diffusa soprattutto tra i giovani, adesso è diventata un fenomeno intergenerazionale, che riguarda anche la mobilità. Per spostarsi all’interno di una città oppure da una città all’altra, le persone spesso preferiscono, anziché utilizzare la propria auto, prenotare attraverso piattaforme digitali dedicate, il noleggio a ore di biciclette, scooter, monopattini e macchine. La nuova tendenza green oriented si è rivelata molto utile anche per una maggiore vivibilità e qualità della vita delle città, le cui esigenze in termini di spostamenti sostenibili sono state prontamente intercettate da imprese che mettono a disposizione dei clienti i propri mezzi in condivisione. Altri vantaggi offerti dalla sharing mobility sono la possibilità di risparmiare e di ridurre il traffico cittadino, spostandosi più agevolmente soprattutto nelle ore di punta. Rispetto però ad un’auto di proprietà, non sempre la domanda di mobilità può essere soddisfatta immediatamente quando l’utente ha bisogno di spostarsi. Per ovviare a questo inconveniente, comunque, una soluzione c’è ed è rappresentata dai big data e dagli algoritmi, in grado di analizzare i feedback dei clienti quando effettuano la prenotazione dal proprio dispositivo, fisso o mobile, con la possibilità di modificare il servizio offerto. Il principio cardine su cui si basa la sharing mobility, infatti, non è l’ascolto dell’utente, ma la possibilità di coinvolgerlo nella progettazione e nell’erogazione dell’attività richiesta, in un’ottica prosumer, ovvero di un consumatore consapevole che non è mai passivo, in quanto egli stesso produce il servizio.  È Milano la capitale italiana della mobilità condivisa Classifica / Al secondo e terzo posto ci sono Roma e Torino, segue Bologna 49 città italiane dotate di almeno un servizio di mobilità condivisa (il triplo rispetto al 2015), 90.000 veicoli e 15 milioni di italiani che ne usufruiscono: questi i dati diffusi durante la Quinta Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, iniziativa promossa dal Ministero della Transizione Ecologica, dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con Deloitte, RFI, Uber, Voi Technology, Share Now, Key Energy, Via, Expomove, Bit Mobility e Nordcom. La capitale della sharing mobility italiana è Milano, prima sia in tutti e tre gli indicatori (percorrenza, numero veicoli e numero noleggi), sia prima per quanto riguarda tutte le tipologie di veicoli in condivisione. Al secondo posto si piazza Roma, al terzo Torino. Seguono Bologna, Firenze, Bari e Genova. In particolare, Milano, Roma, Torino e Firenze possiedono tutti e quattro i servizi di sharing, car, bike, scooter e monopattini. Tra le grandi città, la più indietro è Napoli, che, con Palermo, si ferma a due servizi. Tra i centri più piccoli, spiccano tra i primi dieci posti Pescara, Rimini, Verona e Brescia. Il Balpaese si suddivide in 26 città del Nord con almeno un servizio di sharing mobility, 10 del Centro e 13 del Sud. A Catania, Enna, Messina, Trapani, Cagliari e Sassari il monopattino è l’unica modalità utilizzata per gli spostamenti. Sono proprio i monopattini, assieme alle biciclette e agli scooter a totalizzare il 91% dei veicoli in condivisione in Italia. La prossima sfida per sviluppare la diffusione della sharing mobility anche nelle piccole città e al centro sud sarà il sostegno al trasporto pubblico locale, le cui risorse potrebbero essere aumentate solo dello 0,5% all’anno inserendo 35.000 biciclette in condivisione per 7 milioni di italiani in più rispetto ad oggi. Senza dimenticare il ruolo, sempre più centrale, delle stazioni ferroviarie, veri e propri catalizzatori di mobilità condivisa.

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Da un’economia basata sul possesso di un bene all’economia della condivisione. La sharing economy, all’inizio diffusa soprattutto tra i giovani, adesso è diventata un fenomeno intergenerazionale, che riguarda anche la mobilità. Per spostarsi all’interno di una città oppure da una città all’altra, le persone spesso preferiscono, anziché utilizzare la propria auto, prenotare attraverso piattaforme digitali dedicate, il noleggio a ore di biciclette, scooter, monopattini e macchine. La nuova tendenza green oriented si è rivelata molto utile anche per una maggiore vivibilità e qualità della vita delle città, le cui esigenze in termini di spostamenti sostenibili sono state prontamente intercettate da imprese che mettono a disposizione dei clienti i propri mezzi in condivisione. Altri vantaggi offerti dalla sharing mobility sono la possibilità di risparmiare e di ridurre il traffico cittadino, spostandosi più agevolmente soprattutto nelle ore di punta. Rispetto però ad un’auto di proprietà, non sempre la domanda di mobilità può essere soddisfatta immediatamente quando l’utente ha bisogno di spostarsi. Per ovviare a questo inconveniente, comunque, una soluzione c’è ed è rappresentata dai big data e dagli algoritmi, in grado di analizzare i feedback dei clienti quando effettuano la prenotazione dal proprio dispositivo, fisso o mobile, con la possibilità di modificare il servizio offerto. Il principio cardine su cui si basa la sharing mobility, infatti, non è l’ascolto dell’utente, ma la possibilità di coinvolgerlo nella progettazione e nell’erogazione dell’attività richiesta, in un’ottica prosumer, ovvero di un consumatore consapevole che non è mai passivo, in quanto egli stesso produce il servizio. È Milano la capitale italiana della mobilità condivisa Classifica / Al secondo e terzo posto ci sono Roma e Torino, segue Bologna 49 città italiane dotate di almeno un servizio di mobilità condivisa (il triplo rispetto al 2015), 90.000 veicoli e 15 milioni di italiani che ne usufruiscono: questi i dati diffusi durante la Quinta Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, iniziativa promossa dal Ministero della Transizione Ecologica, dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con Deloitte, RFI, Uber, Voi Technology, Share Now, Key Energy, Via, Expomove, Bit Mobility e Nordcom. La capitale della sharing mobility italiana è Milano, prima sia in tutti e tre gli indicatori (percorrenza, numero veicoli e numero noleggi), sia prima per quanto riguarda tutte le tipologie di veicoli in condivisione. Al secondo posto si piazza Roma, al terzo Torino. Seguono Bologna, Firenze, Bari e Genova. In particolare, Milano, Roma, Torino e Firenze possiedono tutti e quattro i servizi di sharing, car, bike, scooter e monopattini. Tra le grandi città, la più indietro è Napoli, che, con Palermo, si ferma a due servizi. Tra i centri più piccoli, spiccano tra i primi dieci posti Pescara, Rimini, Verona e Brescia. Il Balpaese si suddivide in 26 città del Nord con almeno un servizio di sharing mobility, 10 del Centro e 13 del Sud. A Catania, Enna, Messina, Trapani, Cagliari e Sassari il monopattino è l’unica modalità utilizzata per gli spostamenti. Sono proprio i monopattini, assieme alle biciclette e agli scooter a totalizzare il 91% dei veicoli in condivisione in Italia. La prossima sfida per sviluppare la diffusione della sharing mobility anche nelle piccole città e al centro sud sarà il sostegno al trasporto pubblico locale, le cui risorse potrebbero essere aumentate solo dello 0,5% all’anno inserendo 35.000 biciclette in condivisione per 7 milioni di italiani in più rispetto ad oggi. Senza dimenticare il ruolo, sempre più centrale, delle stazioni ferroviarie, veri e propri catalizzatori di mobilità condivisa.

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