Così anche l’oceano diventa un laboratorio per curarne i mali

L’Università di Padova l’ha inserito nelle celebrazioni per i suoi primi 800 anni. È l’impresa in barca a vela ’A Sail for the Blue: Research for Oceans and Microplastics’ cui l’ateneo ha dato il patrocinio affiancando l’associazione Jancris che è la promotrice del progetto il cui obiettivo principale è il campionamento e il monitoraggio della dispersione e dell’abbondanza di plastiche e microplastiche nell’oceano Atlantico (l’80% dei rifiuti scaricati in mare contiene plastica e negli oceani se ne calcolano dai 75 ai 199 milioni di tonnellate).

Sulla barca che, in partenza da Cape Canaveral, toccherà Genova a fine luglio anche la giovane ricercatrice in Ingegneria ambientale, Valentina Poli, i cui programmi di studio sono coordinati dalla docente Maria Cristina Lavagnolo. Il compito è quello di monitorare le acque dell’oceano attraverso una campagna di raccolta di campioni provenienti da vari compartimenti ambientali, quali sabbia e sedimenti, acque superficiali, colonne d’acqua ed, eventualmente, biota. Alla fine verrà redatta una mappatura precisa dei materiali raccolti.

L’origine dell’impresa ("Essere sconnessa dal mondo per così tanto tempo, non so come sarà. Niente Whatsapp, niente tv, niente social") è in capo allo scrittore padovano Alfredo Giacon, appassionato di barca a vela, skipper professionista e proprietario dello Jancris, il 17 metri ormeggiato negli States da ormai una dozzina d’anni che nel lungo periodo di pandemia avrebbe voluto avere a portata di mano e invece era dall’altra parte del mondo. La traversata che stava preparando non voleva però che fosse fine a se stessa e allora ha preso una tastiera e inviato una mail all’università della sua città per informare l’ateneo del viaggio che intendeva intraprendere nel caso potesse diventare un’occasione di studio e ricerca. La risposta gli è arrivata dal Dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale che decide di inviare Valentina a fare questo monitoraggio, ogni giorno, per mezz’ora, al fine di valutare i parametri chimico-fisici delle acque, dalla temperatura, alla conducibilità, dal ph alla quantità di ossigeno sciolto, alla presenza di clorofilla.

E qui entra in campo anche il Centro del Mare dell’Università di Genova che presta lo strumento atto a monitorare il Dna ambientale dell’oceano, attraverso l’esame di zooplancton e fitoplancton. Come detto, Jancris salpa da Cape Canaveral puntando alle Bermuda e a una sosta di due giorni alle Azzorre. Attraversate le colonne d’Ercole, Gibilterra riporterà la barca nel Mediterraneo con attracco alle isole Baleari prima di raggiungere la meta finale: Genova.

Valentina, originaria di Castel D’Azzano, in provincia di Verona, sta svolgendo un dottorato sulla dispersione delle plastiche e delle microplastiche nell’ambiente, in particolare in quello acquatico. "Un progetto che ci sta molto a cuore – ha commentato la rettrice dell’ateneo padovano Daniela Mapelli –. L’inquinamento dei mari è un problema globale e un’emergenza planetaria. Anche come università dobbiamo assumerci l’impegno di salvaguardare il pianeta che ci ospita dandogli un futuro". A bordo, con Valentina, Alfredo e tre persone d’equipaggio, esperte di navigazione in acque alte, anche il regista Enrico Lando che effettuerà riprese quotidiane per un documentario sul team di ricerca.