{{IMG_SX}}Roma, 20 febbraio 2008 - "La mia bocciatura sanremese dello scorso anno? Secondo me non c'è bisogno di fare polemica. Anche se lo scorso anno non mi hanno preso con 'Bruci la città', ho creduto ugualmente nel pezzo, anzi ho avuto l'appoggio della mia casa discografica che ha voluto comunque far uscire questo brano". Lo dice la cantante Irene Grandi al mensile veneziano diretto da Daniele Pajar, 'Il Gazzettino Illustrato', alla vigilia del festival di Sanremo 2008, a proposito dell'esclusione del suo brano all'inizio del 2007.

"Secondo me Sanremo -prosegue la cantante- è importante per alcuni artisti, soprattutto agli inizi è quasi fondamentale, però non è l'unica strada per fare musica in Italia. Se anche un brano non viene accettato, bisogna saper dire 'sarà per un'altra volta'. Se si pensa che anche Vasco è arrivato ultimo a Sanremo... A volte essere esclusi può avere i suoi vantaggi. Significa che la tua canzone ha qualcosa di forte o originale, che si distingue anche per un linguaggio un pò diverso da quello 'sanremese'. Quindi può essere anche più adatto al mercato e al pubblico".

Irene Grandi, infatti, è una delle poche donne che fanno rock in Italia: "Essere una donna rocker in Italia è un'impresa...quasi impossibile -spiega la cantante-. Io sono una rocker, ma un pò melodica, 'ammorbidita' in un certo senso, anche perchè il rock in Italia fa fatica pure al maschile. Gruppi rockettari come i 'Linea 77' sono costretti ad andare all'estero, magari in Germania, quindi figuriamoci quanto è dura per una donna. Il rock poi si fa fatica a promuoverlo, a trovare spazi, anche televisivi per esprimersi".

La cantante affronta poi la profonda trasformazione che sta vivendo il mercato discografico attuale: "Siamo in un periodo in cui la musica non sta proprio benissimo, non fa certo grandi passi avanti. Non è facile trovarsi a fare musica in questo momento, perché come tutti i momenti storici di grandi cambiamenti, è un momento difficile. Io ci credo - chiude Irene Grandi - e sto lavorando per promuovere il mio lavoro anche attraverso la rete. Bisogna essere un po' più aperti nella promozione e anche le case discografiche dovrebbero cercare di essere più creative, magari cercando nuove idee per ogni singolo artista e non creare uno standard per tutti".