Smudge, l’incenso naturale con le erbe di San Giovanni: cosa sono e come si preparano
Vicina al giorno del solstizio, la magica notte delle erbe, il 24 giugno è l’occasione per riscoprire antichi riti e tradizioni purificatrici fra folklore e benessere naturale

Smudge per San Giovanni: cosa sono e come si preparano
Raccogliere erbe e fiori per San Giovanni evoca una tradizione che si perde nella notte dei tempi, nei giorni in cui il solstizio è appena trascorso e lo slancio vitale della natura appare al suo apice.
Nel calendario popolare la notte tra il 23 e il 24 giugno da secoli è associata a riti di passaggio, erbe officinali e credenze legate al rinnovamento. Nel mondo cristiano ai riti solstiziali si è sovrapposta la festa di San Giovanni Battista, che la tradizione antica, legata alla Terra, ha associato alla purificazione e alla raccolta delle cosiddette “erbe magiche”. È in questo contesto che si inserisce la pratica degli smudge: mazzi di piante aromatiche essiccate e bruciate a scopo rituale, oggi riscoperti anche in chiave benessere e olfattoterapica.
Il termine “smudge” deriva dalla cultura dei nativi americani, dove era diffusa l’abitudine di bruciare erbe come salvia bianca, cedro o sweetgrass per purificare ambienti e persone. Ma analoghe pratiche si ritrovano in tutta l’area mediterranea, compresa l’Italia, soprattutto nei contesti contadini e nei riti solari connessi al calendario agrario. L’interesse contemporaneo per gli smudge riflette il desiderio di recuperare una connessione con la natura, ma anche con i nostri sensi.
Smudge, benessere e olfattoterapia
Bruciare piante aromatiche non è solo un gesto rituale. L’inalazione controllata di alcune sostanze volatili rilasciate dalle erbe può avere effetti fisiologici sul sistema nervoso autonomo.
Alcune molecole aromatiche — come l’eucaliptolo, il linalolo o i terpeni — possono indurre rilassamento, migliorare l’umore e ridurre lo stress percepito.
L’aria che si impregna degli oli essenziali naturali possiede un impatto profondo sull’ambiente domestico e sull’equilibrio psicofisico.
Erbe da smudge: non solo salvia
La salvia bianca (Salvia apiana) in passato è stata una pianta molto usata nei riti dei nativi americani, usata nelle capanne di purificazione: oggi si trova al centro di dibattiti per l’impatto ambientale e culturale legato alla raccolta talvolta indiscriminata.
Non si tratta dell’unica erba magica raccolta il 24 giugno. Nella tradizione europea durante la notte di San Giovanni si raccoglievano lavanda, iperico, artemisia, ruta, rosmarino e alloro, oltre a petali di rosa.
Tradizionalmente le piante possono essere raccolte al mattino del 24 giugno: si lasciano essiccare all’ombra, legate in piccoli mazzetti che poi verranno bruciati lentamente su un piattino refrattario o carboncino.
Possiamo anche decidere di attraversare gli ambienti domestici con i mazzolini profumati senza accenderli, sfruttandone il profumo e il valore simbolico. A volte per San Giovanni era usanza bruciare il mazzolino di fiori dell’anno precedente.
Il rito si accompagnava a un’intenzione beneaugurante che ancora oggi può rinnovarsi attraverso un pensiero positivo: liberare la casa da un periodo difficile, prepararsi a un cambiamento, lasciare andare ciò che non serve.
Una pratica che intreccia memoria e natura
In Italia la notte di San Giovanni rappresentava un momento centrale dell’anno agrario. Si raccoglievano le erbe di San Giovanni e le noci ancora verdi per il nocino. Con i fiori e le foglie si preparava l’acqua profumata lasciando le piante a macerare nella rugiada e nella notte si accendevano fuochi propiziatori.
Uno smudge artigianale può trasformarsi in un modo sostenibile per profumare gli ambienti, rispettando le piante locali e i cicli naturali, ma diventa anche un momento di osservazione e consapevolezza, di sé e dell’ambiente circostante. L’importante è sempre verificare che le erbe siano sicure da bruciare e che non vi siano controindicazioni per chi soffre di asma o allergie respiratorie.
Come raccogliere le erbe per preparare uno smudge
La mattina del 24 giugno, giorno tradizionalmente associato alla massima potenza delle piante aromatiche, è considerato il momento ideale per la raccolta.
Tra le piante più indicate da raccogliere ci sono lavanda, rosmarino, iperico, artemisia, salvia comune, ruta, menta, timo e alloro. La lavanda ha proprietà rilassanti e un profumo persistente; il rosmarino è tonico e purificante; l’iperico, detto anche erba di San Giovanni, è simbolo di protezione. Invece la salvia officinalis, facilmente coltivabile, sarà una valida alternativa alla salvia bianca americana.
Dopo la raccolta, le erbe vanno legate in piccoli mazzi con spago naturale, lasciate asciugare in luogo ombroso e ventilato per almeno una settimana. Una volta essiccate, si conservano in un contenitore asciutto e possono essere bruciate lentamente su un supporto refrattario. Il fuoco deve sempre essere controllato e mai lasciato incustodito.
Rispettare la stagionalità, usare piante locali e limitare lo spreco sono scelte che rendono questo gesto non solo simbolico, ma anche ecologicamente coerente con il messaggio di equilibrio tra salute personale e ambientale che la Giornata di San Giovanni richiama.