Yoga: perché continuiamo a rimandare? Come fare il primo passo per il benessere e la felicità
Antidoto allo stress, mantiene il corpo giovane e in salute, aiuta a superare i disagi delle terapie oncologiche. Eppure, le resistenze sono tante. Ecco come (e perché) superare il paradosso

Yoga: come iniziare
Conosciamo gli effetti benefici di attività come yoga e meditazione, negli ultimi anni al centro di numerose ricerche. Eppure, nella vita quotidiana, stentiamo a creare una routine. È il paradosso del benessere che rimandiamo. Lo yoga è una delle pratiche più raccomandate da medici, psicologi e fisioterapisti perché ha unna ricaduta positiva per il fisico quanto per la mente. Inoltre, contribuisce a un processo di invecchiamento felice, prezioso per mobilità ed elasticità.
Lo yoga viene proposto come antidoto allo stress, utile contro ansia, mal di schiena, insonnia, tensioni muscolari, perfino come supporto nei percorsi oncologici e nelle malattie croniche. Tuttavia, molte persone non lo hanno mai provato, o hanno abbandonato dopo poco.
Spesso alla base non c’è una mancanza di interesse, ma piuttosto la sensazione di non avere tempo, spazio mentale o fisico per "stare fermi", oppure la convinzione di non essere "abbastanza flessibili" per cominciare.
Abbiamo paura di non fare abbastanza, di non essere abbastanza. In verità, questo è il primo mito da sfatare: come per la meditazione, è la pratica che si adatta alla persona, non il contrario. Il principio da tenere a mente? Cinque minuti sono meglio di zero, ecco perché (e soprattutto, come iniziare!).

Non è necessaria la perfezione per iniziare yoga
Per molti, lo yoga rimane confinato nell’idea di un’attività bella ma distante, un lusso che richiede un’abnegazione e una perfezione che non ci possiamo permettere.
Il primo ostacolo? Spesso il tempo. In una routine fitta tra lavoro, famiglia e impegni, ritagliarsi 30 o 40 minuti sembra impossibile. Ma dietro c’è anche un fattore importante, e nascosto molto bene, che riguarda la resistenza emotiva.
Come spesso accade nelle novità capaci di trascinarci fuori dalla nostra zona comfort, c’è il timore di sentirsi fuori posto in una classe o, per esempio, non riuscire a seguire le posizioni: il pensiero di "non essere abbastanza bravi” è radicato più profondamente di quanto possiamo immaginare, insieme al senso di vergogna e il timore delle figuracce.
Si tratta di emozioni molto potenti che agiscono come resistenze dentro di noi. Talvolta, inoltre, soprattutto per chi è abituato a una vita dinamica, si aggiunge una diffidenza culturale verso ciò che appare troppo lento, silenzioso, o collegato alla meditazione.
In realtà, esistono diverse pratiche yoga, anche dinamiche, senza contare un dato fondamentale: nessuno ci impone un orario. Possiamo decidere di effettuare yoga per un lasso di tempo ridotto, anche solo per creare uno spazio di pausa in cui dedicarci a respirare consapevolmente.
Yoga, una pratica adattabile e accessibile
Contrariamente a quanto si pensa, lo yoga non è una disciplina elitaria né rigida. Esistono forme adatte a ogni età, condizione fisica e stato di salute. Gli studi più recenti — come quelli pubblicati su JAMA Network Open e Frontiers in Psychology — mostrano che praticare anche solo due volte a settimana ha effetti misurabili su qualità del sonno, tono dell’umore e riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress.
Lo yoga non si limita a migliorare la flessibilità o la postura, ma agisce sul sistema nervoso autonomo, promuovendo una risposta parasimpatica di rilassamento e rigenerazione. Questo significa migliorare non solo l’equilibrio fisico, ma anche quello emotivo, con effetti benefici per chi soffre di ansia o disturbi legati alla tensione cronica.
Piccoli gesti che fanno la differenza
Iniziare non significa cambiare vita da un giorno all’altro, bensì fare spazio a un gesto nuovo, anche minimo. La pratica dello yoga può cominciare da una postura semplice da tenere la sera prima di dormire, un esercizio di respirazione consapevole al mattino, o l’ascolto guidato di una breve meditazione.
Grazie ai libri e ai materiali disponibili via web possiamo accedere a una conoscenza più vasta. Oggi esistono moltissime risorse gratuite online, tutorial e lezioni pensate per principianti assoluti. Non serve un abbigliamento tecnico né una palestra: bastano un angolo di silenzio e la disponibilità a concedersi una pausa. Per iniziare può essere perfetto.
Con il tempo, quello che all’inizio sembrava un dovere in più, potrà trasformarsi in un momento atteso, una forma di cura quotidiana, sostenibile e accessibile.
Non serve essere flessibili, ma disponibili
Una delle frasi più frequenti riguarda la paura di non essere abbastanza flessibili per fare yoga, a cui si aggiunge il timore di dover dedicare alla pratica un tempo che non sentiamo di avere a sufficienza e che ci sfugge continuamente fra le mille cose da fare.
Ma il punto è esattamente l’opposto: si pratica proprio per diventare, a piccoli passi e a modo nostro, un po’ più flessibili ed elastici, anche nell’affrontare i propri limiti. Anziché pensare di dover diventare perfetti, possiamo immaginare di aggiungere, semplicemente, un pizzico di elasticità a ciò che siamo.
Creare un’immagine mentale più vicina e accessibile è un punto chiave, non solo per l’inizio di pratiche come lo yoga e la meditazione, ma per qualsiasi processo di cambiamento esistenziale.
Ciò che insegna lo yoga, così come la meditazione, è allenarsi a stare nel presente, osservare senza giudicare e lasciare andare la tensione. Una lezione profonda, da ricordare e tenere sul cuore. Yoga non è allenamento alla perfezione, ma forse proprio il contrario: accettazione di ciò che siamo a partire dal senso di incompletezza che sembra sempre farsi sentire.
Pratiche basate sulla consapevolezza, in grado di connettere corpo e mente, possono diventare un potente strumento per fare calma o non andare nel panico quando ci sentiamo disconnessi, stanchi, frammentati. Per questo viene usato in percorsi di recupero post-trauma, nella riabilitazione e nei centri ospedalieri. Iniziare è un atto di gentilezza verso di sé, non un esercizio di bravura.
La Giornata Internazionale dello Yoga, che si celebra il 21 giugno, è un’occasione simbolica per provare. Ogni giorno può diventare quello giusto per sperimentare un gesto diverso: un respiro più profondo, una pausa, un allungamento.
La domanda non è “Perché non abbiamo ancora iniziato?”, bensì “Di che cosa abbiamo bisogno per iniziare oggi, anche solo per cinque minuti?”. In un mondo che corre, sedersi su un tappetino – o anche solo sul divano – per ascoltarsi può essere un atto rivoluzionario.