Cosa sappiamo del virus Mpox: come si trasmette, i sintomi e le raccomandazioni da seguire per evitare il contagio
Vaiolo delle scimmie, l’epidemia si sta allargando: ecco cosa c’è da sapere per evitare il contagio. A rischio soprattutto bambini, donne in gravidanza e persone con sistema immunitario compromesso.
Per la seconda volta in due anni, nel mondo è stata dichiarata una ‘Emergenza di salute pubblica internazionale‘ per l’Mpox, la nuova denominazione del virus del vaiolo delle scimmie. La causa, informa in una nota l’Istituto superiore di sanità, è dovuta all’impennata dei casi registrati in Congo (oltre 15.600 casi e 537 decessi) e nell’allargamento dell’epidemia in tutta l’Africa.
Si tratta di una malattia virale causata dal virus del vaiolo delle scimmie (mpxv), un orthopoxvirus della stessa famiglia del vaiolo (poxviridae). Il virus, si legge sul portale dell’Iss, è presente nella fauna selvatica, in particolare primati e piccoli roditori, in diversi Paesi dell’Africa centrale e occidentale.
Il nome vaiolo delle scimmie deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. Il virus è stato rilevato per la prima volta nell’uomo nel 1970, nella Repubblica Democratica del Congo. Da allora, casi nell’uomo trasmessi prevalentemente attraverso il contatto con animali infetti sono stati riportati in Rdc e altri Paesi africani. Nel 2022, la rapida diffusione del Mpox clade IIb a livello globale, in Paesi in precedenza non affetti, con trasmissione interumana, prevalentemente per via sessuale, fu dichiarata anche in quel caso un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, poi terminata nel maggio 2023.
Dalla fine del 2023 nella Repubblica Democratica del Congo è in corso un’altra importante epidemia di Mpox, che recentemente si è allargata ad altri Paesi africani. Secondo l’Iss desta una particolare preoccupazione l’attuale rapida diffusione , che sembra si stia diffondendo prevalentemente attraverso contatti sessuali.
Il numero di casi riportato quest’anno nella Rdc ha già superato il numero totale dello scorso anno, con più di 15.600 casi e 537 decessi. Solo nell’ultimo mese sono stati riportati più di 100 casi confermati in laboratorio di mpox clade 1b in quattro Paesi confinanti con il Congo, dove in precedenza non erano stati rilevati casi: Burundi, Kenya, Rwanda e Uganda.
Si pensa inoltre che il numero reale di casi sia in realtà superiore, in quanto gran parte dei casi con presentazione clinica compatibile con infezione da Mpox non vengono testati in laboratorio. L’emergere di un nuovo sottotipo di Mpox, la sua rapida diffusione nella parte orientale del Congo e la segnalazione di casi in diversi Paesi vicini sono stati valutati come molto preoccupanti, tanto da far ritenere necessaria all’Organizzazione mondiale della sanità una risposta internazionale coordinata per fermare la diffusione del virus, con conseguente dichiarazione dell’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.
Dopo un periodo di incubazione, che può variare da 5 a 21 giorni (in genere da 6 a 13 giorni), la malattia è generalmente caratterizzata da diverse fasi. Una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, intensa cefalea (generalizzata o frontale), linfoadenopatia (linfonodi ingrossati), mal di schiena, mialgia e intensa astenia (debolezza). La linfoadenopatia è una caratteristica distintiva del vaiolo delle scimmie rispetto ad altre malattie che inizialmente possono apparire simili (per esempio la varicella).
Un’eruzione cutanea che, di solito, si presenta entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso (coinvolto nel 95% dei casi) e che poi si diffonde ad altre parti del corpo, soprattutto alle estremità, inclusi i palmi delle mani e la pianta dei piedi nel 75% dei casi. Possono essere coinvolte anche le mucose orali (nel 70% dei casi), i genitali (30%) e le congiuntive (20%).
Il coinvolgimento oculare può portare a ulcere corneali e cecità. Generalmente l’eruzione cutanea evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono. Il numero di lesioni varia da poche a diverse migliaia. A differenza della varicella, le lesioni sono generalmente delle stesse dimensioni e nello stesso stadio di maturazione. Tuttavia, i sintomi che precedono l’eruzione cutanea non sempre si manifestano e sono assenti in quasi il 50% dei casi.
La domanda che in tanti si fanno è: il vaiolo delle scimmie si può trasmettere da una persona all’altra? Nell’epidemia in corso, nei Paesi con casi di ‘Mpox clade I’, è documentata la trasmissione uomo-uomo e la trasmissione sia attraverso contatti sessuali che non. La trasmissione umana può infatti avvenire anche tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori).
Tuttavia, rimangono ancora da chiarire e approfondire le modalità di trasmissione nel corso dell’epidemia attuale. In particolare, nella Rdc la maggior parte dei casi e dei decessi si è verificata in bambini sotto i 15 anni di età (66% dei casi e 82% dei decessi totali), indicando una via di trasmissione non sessuale (contatto stretto e per via respiratoria).
Nell’attuale contesto epidemiologico non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale. Al momento la vaccinazione è offerta ad alcune categorie di persone più a rischio. L’Ecdc raccomanda ai viaggiatori in aree epidemiche di consultare il proprio medico o i centri di vaccinazioni internazionali/medicina dei viaggi in merito all’idoneità alla vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie.
È però possibile che le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo, vaccinazione abolita in Italia nel 1981, siano a minor rischio di infezione con il virus del vaiolo delle scimmie per la similitudine di quest’ultimo con il virus del vaiolo umano. È attualmente disponibile un vaccino attenuato non replicativo (Mva-Bn) ancora più sicuro rispetto a quello utilizzato durante la campagna di eradicazione del vaiolo umano.
Utilizzare il preservativo in caso di rapporti sessuali con persone di cui non si conosce lo stato di salute. Sebbene il preservativo non fornisca una protezione completa contro l’infezione da Mpox, in quanto il virus può essere trasmesso attraverso il contatto diretto di altre aree del corpo, può ridurne la trasmissione attraverso lo sperma.
Astenersi da contatti sessuali o di altro tipo con individui con infezione da Mpox possibile o nota e con persone con lesioni visibili o altri sintomi compatibili con Mpox – Non condividere posate o tazze con una persona affetta da Mpox.
Non maneggiare o toccare la biancheria da letto, gli asciugamani o gli indumenti di una persona affetta da Mpox.
Lavarsi bene le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con una persona o un animale affetto da Mpox. Se non sono disponibili acqua e sapone, utilizzare un disinfettante per le mani a base alcolica.
Evitare contatti con animali selvatici.
In caso di viaggio in zone endemiche o partecipazione a eventi di massa, evitare i contatti con persone di cui non si conosce lo stato di salute e consultare il proprio medico curante prima di partire per valutare l’opportunità e l’idoneità alla vaccinazione contro il vaiolo. Per coloro che tornano da viaggi in zone endemiche, in caso di sintomi compatibili con Mpox effettuare quanto prima gli approfondimenti diagnostici.