Attenzione ad alcune tipologie velenose, ma anche quelle comuni vanno dosate per evitare problemi
Ma le erbe sono tutte buone? Direi proprio no: ce ne sono alcune veramente terribili. L’11 settembre 1978 lo scrittore dissidente bulgaro Georgi Markos passeggiava a Londra in Oxford Street insieme alla sua signora rimirando le vetrine della celeberrima via. Ad un certo punto però si accasciò completamente privo di sensi; la moglie chiama immediatamente l’ambulanza che arrivò dopo pochi minuti a sirene spiegate. Il medico, temendo un infarto, iniziò le cure del caso. Ma lo scrittore morì dopo poche ore e l’autopsia rivelò qualcosa di agghiacciante: non si era trattato di infarto. Markos era stato avvelenato con un potente veleno vegetale, la Ricina. Ma come era potuto succedere? La moglie affermò che da giorni non avevano frequentato né bar né ristoranti posti ove qualcuno (del KGB russo) avrebbe potuto avvelenarlo. Furono quindi studiate le immagini riprese dalle telecamere di Oxford Street le quali rilevarono un retroscena degno delle migliori spy stories. Nel video si vedeva un uomo che seguiva lo scrittore ed ad un certo punto ha toccato con il suo ombrello la parte posteriore della gamba destra di Georgi. In pratica, l’ombrello dotato di una micro pompa gli aveva sparato nella gamba un potente veleno, la Ricina. E fu così che il malefico ombrello passò alla storia come “Ombrello Bulgaro”.
Ma la domanda che tutti si fecero era questa: è davvero cosi potente questo veleno naturale da uccidere in poche ore un uomo? Ebbene sì; la Ricina è più potente sia del cianuro che dell’arsenico; è estratto dai semi del ricino, pianta tristemente famosa per il suo olio tanto usato nelle lavande gastriche in periodo fascista.
Anche altri veleni naturali sono pericolosi; basti pensare alle bacche dell’albero del Tasso, che è un albero ornamentale. Se ingerite, possono uccidere anche un toro. Per non parlare del Giusquiamo, pianta velenosa il cui estratto fu inoculato nelle orecchie del padre di Amleto portandolo a morte. Ci sono anche notizie recenti sui pericoli di alcune piante; mesi fa vicino Trieste è morta una persona che aveva scambiato i fiori del colchico con i fiori dello zafferano. Fortunatamente per dirla con Paracelso ciò che fa il veleno è la dose: quindi dal tasso i farmacologi sono riusciti, usandone una microdose, a creare un potente farmaco antitumorale.
Veniamo alle erbe più comuni: anche queste, se usate male, sono foriere di danni al nostro organismo. In primis la salvia: pianta medicale per eccellenza, se usata male può fare dei danni: ad es., alzare la pressione arteriosa in maniera cospicua. Per non parlare della borragine, che se usata in modo esagerato può creare problemi al fegato. Stessa attenzione da usare per il rosmarino: anche esso se usato male può dare pericolosi aumenti pressori. Idem per il cardo mariano, pianta principe per la cura della steatosi epatica. Microdanni può anche creare la camomilla, quando invece di un infuso a 80 gradi, viene fatta per errore una lunga bollitura: da calmante in questo modo la camomilla diviene eccitante. Fastidiosi problemi possono dare anche, se uno ne abusa, le erbe lassative quali senna (o cassia) e frangula, che a lungo andare possono irritare l’intestino.
L’unica pianta che può essere presa senza alcun effetto collaterale è la malva, utile per combattere qualsiasi problema infiammatorio, da una banale gengivite fino a pesanti problemi delle vie urinarie.
La stagione dei funghi è l’autunno: ma d’estate si trovano quelli coltivati. Ottimi gli champignon lucani coltivati senza pesticidi ed altre sostanze chimiche. Sono molto utili ai soggetti a dieta: una insalata di funghi freschi pomodori e rucola ha infatti pochissime calorie e soprattutto le fibre degli champignon creano volume spezzando notevolmente la fame. Non solo: queste delizie contengono due molecole, il Lentinano e la Eritadenina, dotate di potere antitumorale ed anticolesterolo.