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Mangiarsi le unghie, perché lo facciamo e quando smettere

Ansia e stress aggravano l'onicofagia. Nei bambini si possono avere denti storti

16/02/2022
Onicofagia, unghie, stress

Mangiarsi le unghie, peccato veniale. Ma per qualcuno può diventare un tormento, una necessità impellente. Può capitare a chiunque di mordere un’unghia con i denti, ma quando c’è accanimento irrefrenabile (onicofagia) questa abitudine diventa un campanello d’allarme di qualcosa di più serio, comportamento che può oltretutto infastidire le persone con le quali entriamo in contatto.

 

Cause

Secondo gli specialisti, le motivazioni legate a questo comportamento sono da ricercare a livello inconscio, nell’ansia e nello stress. Chi nervosamente scalfisce le unghie e stacca le pellicine con le dita, invece di affidarsi alla forbicine e agli strumenti appositi per manicure, manifesta chiari segni di nervosismo. Al termine dell’operazione si ricava una sensazione di sollievo temporaneo, che allenta la tensione emotiva, ma subito si parte alla ricerca di qualche altra pellicina da staccare, o qualche unghia da mordere, segno che le preoccupazioni tornano a galla, vanno a cercare altri pretesti. In questo caso la materia diventa di pertinenza della medicina psicosomatica.

 

Tipologie

La forma leggera (episodica) di onicofagia si riscontra più frequentemente nei bambini e negli adolescenti. La forma abitudinaria si manifesta negli adulti, può acuirsi nei momenti di difficoltà (problemi familiari, attriti nel luogo di lavoro), di solito queste persone sono perennemente ansiose, hanno mani poco curate, i bordi delle unghie sono irregolari. Nell’adulto anziano, dopo i sessant’anni, l’onicofagia tende a scomparire, si verifica anzi l’eccesso opposto: per trascuratezza prevale una tendenza a lasciarsi crescere le unghie, più spesso le unghie delle dita dei piedi, fino al limite della decenza. La modalità compulsiva, assillante, è la forma più eclatante, relativamente rara, di onicofagia. Si arriva a gesti autolesionistici, staccare le unghie fino quasi alla radice, provocando sanguinamento e dolore. Le conseguenze? Si possono avere ripercussioni su vari ambiti: cutaneo, orofaringeo e psicologico.

 

Dermatologia

Infezioni della pelle (patereccio), giradito, micosi e  piaghe sono le conseguenze più evidenti, e più gravi, delle forme incoercibili di onicofagia. Nelle forme lievi la cute appare comunque arrossata e gli annessi cutanei presentano un chiaro aspetto sofferente. La paronichia è un’infezione o un’infiammazione  alla base della piega ungueale, spesso riconducibile all’abitudine di mordersi le dita. Può iniziare improvvisamente (paronichia acuta) o divenire cronica (altre volte la paronichia è dovuta a unghia incarnita, quindi poco o nulla a che vedere con l’onicofagia).

 

Odontoiatria

Il rischio insito in queste abitudini non è solo quello di rovinare l’estetica delle mani, e di favorire l’insorgenza di infezioni cutanee, ma anche di danneggiare la salute del cavo orale, con minacce non indifferenti per denti e gengive. È quanto spiegato da Rodolfo Gianserra, vicepresidente della Società italiana di parodontologia e implantologia (SIdP): a rischiare sono soprattutto i bambini e i ragazzi, perché nell’età dello sviluppo il continuo rosicchiamento delle unghie può compromettere la corretta dentizione, oltre a intaccare eventualmente lo smalto,  e comportare delle malocclusioni dentali (quando i denti dell’arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell’arcata inferiore), con riverberi possibili su tutto il resto dell’organismo, dalla postura alla deglutizione, dalla suscettibilità alle cefalee tensive a dolorabilità mandibolare e facciale. In questi casi si rende necessaria una consulenza in odontoiatria infantile e ortodonzia.

 

Psicologia

Secondo la teoria freudiana, mangiarsi le unghie, come succhiare il pollice, è un comportamento riconducibile alla fase della fissazione orale (allattamento, seno materno) legato al periodo in cui il bambino tende a portare alla bocca gli oggetti per fare esperienza. Kevin Kennedy, psicoterapeuta dell’Harvard Vanguard Medical Associates, ha scritto che l’onicofagia è un sottogruppo del disturbo ossessivo-compulsivo, nel quale comprendere anche quelle persone che si tirano costantemente i capelli, o si mordono le labbra, tic nervosi sinonimo di tensione emotiva, ma che possono diventare una innocente abitudine, che rimane anche quando lo stress o l’ansia sono scomparsi.

 

Rimedi

I dermatologi consigliano di tenere le unghie curate o coperte per ridurre al minimo la tentazione di mangiarsele quando diventano appena lunghe. L’applicazione di uno smalto trasparente di sapore amaro, che associa questo tic a una sensazione sgradevole, è un rimedio controverso e relativamente poco efficace, si può provare su consiglio del medico, eventualmente sentendo in farmacia. Un approccio che può dare discreti risultati consiste nell’affrontare le tensioni parlando con il proprio medico di famiglia, eventualmente un ciclo di psicoterapia cognitivo comportamentale può aiutare a vincere l’ansia, ma altre volte il problema si risolve da solo senza bisogno di aiuto esterno, una volta trovato un giusto equilibrio nella sfera affettiva, nelle amicizie e in ambito professionale.

 

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