Una carezza ricevuta da una persona che ci vuole bene ha un valore senza eguali, lo abbiamo sempre saputo. Da anni i neurofisiologi del California Institute of technology (Caltech) studiano i neuroni delle coccole, circuiti nervosi che trasmettono al cervello sensazioni di relax, ricompensa, consolazione. Toccarsi, accarezzarsi, fa bene al cuore e distende i nervi, ha scritto Edoardo Boncinelli, neuroscienziato.
Un contatto fisico rassicurante favorisce una crescita sana, si è visto infatti che bambini trascurati, bisognosi di affetto mai corrisposto, hanno sviluppato turbe emotive e insicurezze. Ora conosciamo qualcosa di più del circuito nervoso che porta la piacevole sensazione di una carezza dalla pelle fino al cervello: ne hanno dato notizia ricercatori della Columbia University, sulla rivista Cell.
I risultati degli studi su questo capitolo della medicina potrebbero aprire la strada a terapie mirate, per aiutare le persone introverse che soffrono di ansia, o depressione. La pelle è dotata di sensori tattili speciali capaci di attivarsi in risposta a deboli stimoli come i tocchi più leggeri.
Anche gli stimoli sonori e luminosi possono arrivare gli stessi circuiti del piacere. Abbiamo visto che le cellule Mrgprb4 sono importanti per rilevare il tocco sociale negli incontri, ha spiegato la ricercatrice americana Leah Elias. Utilizzando la tecnica di fotometria in fibra, il team ha identificato i neuroni della ricompensa che si accendono nel cervello in risposta agli impulsi provenienti dalle cellule Mrgprb4. Questo ponte che collega i sensori della pelle con il cervello sono i neuroni Gpr83 del midollo spinale, già individuati in un altro studio della Harvard Medical School.
Molte persone reagiscono male quando vengono toccati, si presume che gli stimoli attivati dalle carezze seguano strade nervose diverse, quindi il significato di un tocco viene interpretato in maniera che varia da individuo a individuo. La pandemia ci ha resi tutti profondamente consapevoli di quanto possa essere devastante la mancanza di contatto sociale e fisico. Basti pensare al declino intellettuale degli anziani che rimangono soli. Al contrario, un contatto fisico tra i genitori e bambini piccoli è vitale ai fini affettivi.
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