Medicina

Tumori, migliorano gli indici di sopravvivenza nel 2023

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Un gruppo internazionale di ricercatori ha analizzato i tassi di sopravvivenza per tumore nell’UE: le previsioni indicano un calo della mortalità del 6,5% negli uomini e un calo della mortalità del 3,7% nelle donne nell’Unione Europea e nel Regno Unito tra il 2018 e il 2023. A coordinare il team il professor Carlo La Vecchia, docente di epidemiologia presso l’Università Statale di Milano, che mostra un ragionevole ottimismo: “Se l’attuale tendenza favorevole dei tassi di mortalità per tumore dovesse continuare, un’ulteriore riduzione del 35% entro il 2035 sarebbe possibile.” Ma, come ribadisce l’esperto, risultano fondamentali dei corretti stili di vita nonché un miglior utilizzo degli screening per diagnosi precoce e terapie, senza dimenticare le infezioni virali per le quali esistono vaccini e antivirali.

 

I risultati dello studio – coordinato dall’Università di Milano insieme all’Università di Bologna, e sostenuto da Fondazione AIRC – sono stati pubblicati sulla rivista Annals of Oncology. Gli scienziati hanno analizzato i tassi di mortalità per tumore nell’Unione europea e nei suoi cinque Paesi più popolosi (Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna), e nel Regno Unito. Sono stati studiati per entrambi i sessi i dati di mortalità per tumore dello stomaco, intestino, pancreas, polmone, mammella, utero, ovaio, prostata, vescica e leucemie, raccogliendo le informazioni sui decessi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

La buona notizia è che per il 2023 si prevedono andamenti favorevoli nei dieci siti tumorali più comuni in gran parte dei Paesi europei, anche se il numero assoluto di decessi aumenterà a causa dell’invecchiamento della popolazione che, inevitabilmente, comporta un maggior numero di persone con un elevato rischio. Permangono criticità per il tumore al polmone nelle donne con più di 65 anni, e per il tumore al pancreas. Sono invece in calo i tassi di mortalità per tumore del colon-retto e dello stomaco.

 

Corretti stili di vita

I ricercatori evidenziano il ruolo del sovrappeso e dell’obesità come fattore di rischio per i tumori alla mammella in post-menopausa, endometrio (utero), stomaco e colon-retto. Sebbene i tassi di mortalità per cancro allo stomaco siano in calo, grazie a una migliore conservazione degli alimenti, diete più sane e la diminuzione delle infezioni da Helicobacter pylori, circa un terzo dei tumori allo stomaco si verifica oggi nel cardias, che è associato al sovrappeso e all’obesità e, di conseguenza, al reflusso gastro-esofageo, fattore di rischio.

 

Oltre al controllo di alimentazione e peso, anche lo stop al fumo è fondamentale: “Il controllo del tabagismo si riflette nella diminuzione della mortalità per tumore al polmone. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento, in particolare tra le donne, per le quali i tassi di mortalità per tumore del polmone continuano ad aumentare.”, ha dichiarato Eva Negri, docente di Medicina del Lavoro al dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche all’Università di Bologna.

 

E se la tendenza generale è incoraggiante, vi sono ancora specifiche categorie che devono prestare maggior attenzione, soprattutto mediante la prevenzione. È previsto nelle donne dell’UE un aumento del 3,4% per il tumore al pancreas e dell’1% per quello del polmone. La popolazione femminile del Regno Unito continuerà ad avere un tasso di mortalità per tumore al polmone più elevato, dovuto a una maggior diffusione del fumo nelle donne anziane.

 

Il tumore al colon-retto sarà la terza causa di mortalità neoplastica per le donne sia nell’UE che nel Regno Uniti; negli uomini, invece, sarà il cancro alla prostata. I tassi di mortalità per il cancro del colon-retto sono in calo nell’UE, mentre nel Regno Unito hanno mostrato andamenti meno favorevoli: “Questo può essere in parte spiegato dalla prevalenza di sovrappeso e obesità e dal consumo di alcol e tabacco”, spiega Eva Negri.

 

Il quadro generale che emerge è che la ricerca sul cancro fa la sua parte, ma non può sostituirsi alle sane abitudini: fondamentali per limitare i fattori di rischio.

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