Con il sostegno di:

Tumori, cellule ingegnerizzate, vaccini: le scommesse del futuro

L'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico Humanitas: «Servono rispetto dei dati, rispetto delle competenze e responsabilità sociale»

31/10/2021

«I premi hanno un significato per la comunità scientifica e per i nostri giovani che va al di là del merito del premio stesso, ancora di più in un contesto in cui la ricerca scientifica non è stata adeguatamente sostenuta per le risorse. La ricerca scientifica ha ricevuto un’attenzione limitata e i ricercatori si sono spesso sentiti figli di un dio minore». Con queste parole Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale, nonché direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano), si è rivolto alla comunità riunita a Milano in occasione della decima edizione dei Bandi promossi da Gilead Sciences in Italia.

 

Per il prossimo futuro, ha detto Mantovani, «abbiamo sfide a molti livelli. Per i tumori ad esempio ci sono le nuove terapie immunologiche, i vaccini terapeutici o le cellule ingegnerizzate alcuni esempi. E poi c’è la sfida di condividere i vaccini anti-Covid, visto che in una quota importante di paesi del mondo la copertura vaccinale è sotto il 3 per cento. È anche per la nostra sicurezza».

 

«Mi chiedo che cosa non abbiamo fatto e cosa non ho fatto per condividere la conoscenza, questa è la domanda che ci dobbiamo porre –- ha aggiunto Mantovani –. Oltre a incontrare i rappresentanti dei media e gli operatori della stampa medico scientifica, io regolarmente vado a confrontarmi direttamente con la gente nei quartieri, nelle associazioni, nei luoghi di lavoro e nelle scuole».

 

Secondo l’immunologo, «la fiducia nei traguardi della ricerca scientifica è fuori discussione. Lo testimonia la generosità con cui tanti benefattori sostengono l’attività di fondazioni come Airc, Humanitas, Ail o Fondazione Veronesi, che dimostra la fiducia e la speranza che le persone ripongono nella ricerca sul cancro e sulle altre malattie». Fondamentale, conclude Mantovani, è cercare di attenersi «a una comunicazione corretta, e di seguire le tre R: rispetto dei dati, rispetto delle competenze e responsabilità sociale».

 

Ma quali sono le scoperte che hanno cambiato la storia dell’umanità? Un’indagine realizzata da AstraRicerche e Gilead Sciences, ha rilevato come il trapianto d’organi (51,8%), la vaccinazione di massa negli anni ‘50 (51,1%), gli antibiotici (48,1%), la mappatura del Dna (37,1%) e il farmaco per prevenire la diffusione dell’Hiv (28,6%) siano i traguardi che nel ’900 sembravano impossibili e sono stati raggiunti. Tra i traguardi che gli italiani credono potranno essere conquistati in futuro figurano la cura per tutti i tumori (anche per quelli che oggi sono orfani di terapie), per le patologie neurodegenerative come il Parkinson e la disponibilità di terapie personalizzate basate sulle caratteristiche individuali. Risultati possibili grazie alla ricerca, che per il 90% degli italiani è un fattore determinante per la salute e il benessere.