Si registrano progressi nella cura del tumore gastrico con l’arrivo di terapie per la malattia avanzata in chirurgia e oncologia. Finalmente gli specialisti possono prescrivere due molecole ben collaudate, veri e propri cavalli di battaglia (trifluridina/tipiracil e nivolumab) grazie alle indicazioni estese alle forme metastatiche di cancro dello stomaco. «L’evoluzione della malattia – ha dichiarato Stefano Cascinu, Ospedale San Raffaele di Milano – può cambiare grazie alle linee di trattamento ora disponibili. Questo consente un prolungamento della sopravvivenza e un miglioramento della qualità di vita. Ci aspettiamo nei prossimi anni ulteriori passi avanti legati alla chemio peri-operatoria e all’immunoterapia».
Da parte dei gastroenterologi si assiste a una maggiore accortezza quando, ai primi segnali dubbi, sottopongono gli assistiti a gastroscopia. Le associazioni di volontariato, attente alla qualità della vita dei soggetti in cura, insistono sull’importanza di introdurre le terapie più all’avanguardia, mentre al tempo stesso occorre fare prevenzione.
«Dobbiamo arrivare ai medici di medicina generale – osserva Claudia Santangelo, presidente di “Vivere senza stomaco si può” – per sensibilizzarli, indurli a promuovere la ricerca dell’Helicobacter pylori e consigliare ai loro assistiti una gastroscopia dopo due-tre cicli di antiacidi senza successo, quando certi segnali di interessamento dello stomaco si ripresentano nel tempo. Una diagnosi tempestiva fa la differenza».
«Si conferma che l’esercizio fisico, insieme alla dieta, rappresenta un fattore protettivo verso i tumori dello stomaco – ha spiegato Davide Festi, gastroenterologo, professore dell’Alma Mater Università di Bologna – controbilancia la sarcopenia, la perdita di massa muscolare, condizioni spesso presenti nel paziente operato per resezione del cancro dello stomaco. L’attività fisica regolare, seguita da un fisiatra o da un medico dello sport, molto probabilmente riduce anche la comparsa di recidive, come accade per altri tumori, migliora il metabolismo del calcio, stimola il sistema immunitario e attiva la muscolatura scheletrica».
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Riflettori puntati, infine, sulle forme familiari di tumore gastrico, che pur costituendo l’1% di tutti i casi di neoplasia dello stomaco, hanno un interesse legato alle mutazioni genetiche rare che possono essere ereditate dai consanguinei, e che in alcuni casi orientano per il meglio le terapie, come ha spiegato la professoressa Maria Bencivenga, dell’Università di Verona. Negli ultimi sette anni, nel caso del cancro dello stomaco, si è assistito a un calo della mortalità molto vicino al 20% grazie all’introduzione di chemioterapie e immunoterapie più efficaci.
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