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Tumore della prostata, la terapia nel carcinoma metastatico

Apalutamide, la novità approvata dall'Aifa

30/06/2022 - di Alessandro Malpelo

La prostata, questa sconosciuta. Con l’età la ghiandola si ingrossa, sappiamo tutti. Ma sono ancora tantissimi quelli che cadono dalle nuvole quando scoprono, ormai troppo tardi, che da questo organo grande come una castagna si sono disseminate cellule tumorali che hanno formato metastasi a distanza.

 

Screening

Diversamente delle iniziative dirette alle donne, sempre molto attente agli screening della mammella e del collo dell’utero, le campagne informative rivolte ai maschi, nella loro sfera intima, risultano ancora poco convincenti, discontinue, stentano a decollare. Succede così che gli uomini sono capaci di sapere tutto per quanto riguarda la vaccinazione anti-Covid, ma l’interesse si affievolisce se apriamo il capitolo della prevenzione urologica andrologica.

 

Iperplasia

L’uomo adulto con problemi di prostata si preoccupa quando sperimenta le prime difficoltà a urinare o a raggiungere l’orgasmo, si interessa ai rimedi (dieta, alfalitici, dutasteride, integratori tipo serenoa), ed è assillato dai dubbi quando l’ingrossamento della prostata è di natura benigna. Col tempo però il nostro paziente si disinteressa, dimentica di controllare i valori dell’antigene psa, rinvia le date dei controlli in ambulatorio, ed è proprio quando abbassiamo la guardia che mettono radici le prime cellule aliene.

 

Cancro

Gli inconvenienti si presentano in età avanzata, ma possono arrivare anche prima. L’attore Jean Louis Trintignant, recentemente scomparso alla veneranda età di 91 anni, ha avuto una vecchiaia funestata da un cancro alla prostata, e lo diceva apertamente. Lo scrittore Roberto Gervaso, e il critico d’arte Vittorio Sgarbi, sono altri personaggi famosi che si sono raccontati senza reticenze. Ogni prostata, spiegano gli specialisti, ha una sua storia, negli anni può prendere strade diversissime, il più delle volte risponde alle cure e si mette a riposo. Cosa fare nei casi meno fortunati?

 

Antitumorale

Una notizia confortante arriva dall’industria farmaceutica, annunciata a Milano in occasione di una conferenza stampa promossa da Janssen. La notizia è che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità per apalutamide, farmaco antitumorale in compresse, inibitore del recettore degli androgeni, sviluppato da ricercatori del Gruppo Johnson & Johnson, indicato (sulla base delle evidenze) per il trattamento di uomini adulti con carcinoma prostatico metastatico sensibile agli ormoni, in combinazione con terapia di deprivazione androgenica.

 

Apalutamide

Questo farmaco, apalutamide, era già rimborsato nelle forme meno avanzate di carcinoma prostatico, quelle esenti da metastasi. L’allargamento delle indicazioni è un formidabile elemento di novità. L’efficacia della terapia si rivela sempre più ampia, alimentando motivi di speranza che abbracciano quanti finora (e sono migliaia ogni anno) scoprivano in ritardo che il cancro prostatico si era disseminato, risultando ormai inoperabile.

 

Metastasi

Ma in cosa consiste la novità rappresentata da apalutamide? Facciamo un passo indietro ricordando quello che affermano da tempo gli esperti: molti tumori prostatici sono indolenti, restano a lungo in letargo. Altri invece partono subito in quarta, esistono tante tipologie diverse. Quando la neoplasia si sveglia, se viene individuata in tempo, e affrontata in un centro specializzato, trova un’ampia gamma di trattamenti in grado di contrastare la progressione (chirurgia, radioterapia, farmacologia, presto si spera anche l’immunoterapia) . Ci sono tuttavia casi nei quali un dolore improvviso alla schiena si rivela essere una metastasi alla colonna vertebrale. Di fronte a un responso tardivo, fino a un recente passato, toccava solo allargare le braccia, aspettando gli eventi.

 

Oncologia

Oggi, anche nei casi inoperabili, i medici hanno delle chance in più rispetto a prima, grazie al contributo offerto da apalutamide. Gli studi riferiscono di benefici in termini di sopravvivenza, senza incremento degli effetti collaterali dovuti alla cura. «Per anni – ha dichiarato Orazio Caffo, direttore dell’oncologia medica nell’Ospedale di Trento – l’unica strategia disponibile in Italia in questa fase di malattia della prostata è stata rappresentata dall’aggiunta della chemio con docetaxel alla terapia di deprivazione androgenica. Con la rimborsabilità di apalutamide possiamo finalmente offrire ai nostri pazienti una valida alternativa, con una chiara efficacia e con un profilo di tollerabilità favorevole».

 

Approfondimenti

«I vantaggi del trattamento con apalutamide, in termini di sopravvivenza globale – ha precisato lo specialista – sono evidenti. Questo farmaco si dimostra ben tollerato nella malattia avanzata, con benefici pure in termini di qualità della vita». Ai progressi nel trattamento del tumore della prostata dedicheremo una pagina di approfondimento nel prossimo numero del mensile Salus, in edicola domenica 24 luglio con i quotidiani (e in parallelo sul web).

 

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