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Tumore al polmone, fattori di rischio: fumo, smog, mutazioni

Fondamentali l'indagine molecolare e la diagnosi precoce. Applicazioni della medicina di precisione

11/11/2022 - di Alessandro Malpelo
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Quando si sente parlare di tumore al polmone si pensa subito al ruolo nocivo del tabacco e del fumo, agli screening con Tac spirale nei tabagisti e alle strategie di riduzione del rischio. Esistono tuttavia tanti tipi diversi di cancro al polmone, una malattia che colpisce anche soggetti che non hanno mai acceso una sigaretta: circa il 20 per cento delle persone a cui viene diagnosticato un tumore al polmone sono non-fumatori o mai stati esposti a fumo passivo. Entrano in gioco le mutazioni e altri fattori di rischio, quali l’inquinamento atmosferico, lo smog provocato dal traffico, dai camini degli impianti di riscaldamento, polveri e composti chimici dispersi nell’aria.

 

Forse non tutti sanno che…

Il fumo di sigaretta, attivo o passivo, è sicuramente un fattore di rischio per la maggior parte delle tipologie di tumore al polmone. Ma a questo si sommano altri fattori di rischio quali l’esposizione a sostanze universalmente riconosciute come cancerogene, e le mutazioni. Ad esempio, la mutazione del gene EGFR si osserva prevalentemente nei soggetti non fumatori e ancor più frequentemente nelle donne.

 

Quali fattori oltre al fumo di sigaretta

Nella genesi della malattia, precisa Antonio Passaro, medico specialista della divisione di oncologia toracica dello IEO di Milano, possono pesare fattori ambientali e inquinamento, l’esposizione a sostanze cancerogene come l’amianto, a volte sono imputabili gas che si sprigionano dal sottosuolo come il radon.

 

 

Che ruolo ha l’inquinamento?

Recentemente al congresso europeo di oncologia medica (Esmo) sono stati presentati i risultati di uno studio che ha confermato come l’inquinamento atmosferico possa influenzare lo sviluppo di un particolare sottotipo di tumore polmonare (con mutazioni di EGFR) anche nei non fumatori, che presentano però delle mutazioni dormienti, riattivate dall’inquinamento

 

Tipi di tumore polmonare

Due sono i tipi principali di tumore del polmone, ovvero tumore a piccole cellule e tumore non a piccole cellule, che rispondono a oltre il 95 per cento delle diagnosi, i quali si dividono a loro volta in numerosi ulteriori sottotipi. Il tumore non a piccole cellule, o NSCLC (Non Small Cell Lung Cancer), è il più frequente e corrisponde all’85 per cento delle neoplasie di nuova diagnosi.

 

La ricerca delle mutazioni

Nella pratica clinica sono nove le mutazioni che vengono rilevate e testate. Ovviamente, alcune di queste sottomutazioni sono più frequenti; in particolare, la mutazione di EGFR (Epidermal Growth Factor) è la seconda più frequente, dopo quella di KRAS, arrivando a coprire circa il 12-15 per cento di tutti gli adenocarcinomi. Circa un terzo dei pazienti con NSCLC in tutto il mondo presenta una mutazione dell’EGFR.

 

Terapia di precisione

Per i pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) ad oggi si possono utilizzare farmaci biologici a bersaglio molecolare, chiamati inibitori tirosin-chinasici (TKI). Recentemente, grazie allo sviluppo di molecole di nuova generazione, quali amivantamab, si è aperta una grande opportunità terapeutica per i pazienti con inserzioni dell’esone 20 di EGFR, fino a poco tempo fa, orfani di specifici farmaci target.

 

Diagnosi precoce, a cosa serve

Una diagnosi precoce di un tumore al polmone può fare la differenza, tenendo conto che il NSCLC viene spesso diagnosticato ad uno stadio tardivo. Infatti, circa il 60% dei pazienti con NSCLC alla diagnosi è già in fase metastatica. La medicina di precisione, nei casi di tumore al polmone EGFR mutato, richiede uno studio approfondito di ogni singolo caso e valutare ogni dato.

 

Sintomi svelati troppo tardi

Un ritardo nel riconoscimento dei sintomi (tosse, affaticamento, dolore al petto, dispnea, perdita di peso), porta a un conseguente ritardo nella diagnosi. Quindi, poter riconoscere con prontezza il tipo di mutazione è fondamentale per ricevere la terapia più adeguata.

 

L’impegno degli oncologi

«Stiamo lavorando per promuovere il ricorso al testing genomico secondo linee guida al fine di poter testare queste varianti, con un invito a utilizzare le metodiche più sensibili», ha dichiarato Diego Cortinovis, oncologo medico, uno dei relatori del media tutorial organizzato da Janssen Oncology in occasione del mese di sensibilizzazione su questa neoplasia.

 

I numeri del problema

Il tumore del polmone è il big killer tra tutte le malattie oncologiche, causando ogni anno la morte di 34.000 persone in Italia, e oltre 1 milione nel mondo, con numeri sempre più in aumento. Si tratta della seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) dopo il tumore alla prostata e la terza nelle donne (6%).